I primi due capitoli non mi hanno preso molto. Poi si entra nel mood e nelle vicende dei protagonisti, che non sono molti, ma sono ben delineati.
Marie è una giornalista senza scrupoli che non esita a usare il proprio corpo per far carriera. Cinica, si giustifica con la propria storia: è infatti figlia di una prostituta specializzata in sadomaso che teneva un bordello a Monaco. Marie ha vissuto in questa casa, e, per quanto la madre cercasse di proteggerla, ce l’ha ancora col mondo. Se ne è andata solo quando il bordello ha preso fuoco.
Ora sua madre è in un ospizio, non riesce neanche a parlare, da come è ridotta a causa dell’alcool.
Anne è un’attrice quarantenne che ha visto tempi migliori: non riesce a trovare ingaggi di valore perché ha, per così dire, perso il treno. Si è infatti dedicata anima e corpo alla famiglia: al bellissimo marito Leon, pilota di aerei che lavora per il fratello Max, e il piccolo David.
Leon accompagna sempre il fratello Max, dirigente di un’importante multinazionale, nei suoi viaggi d’affari, e sa tenere la bocca chiusa sugli aspetti illegali di Max, nonché sulle sue numerose relazioni extraconiugali.
Max è sposato con la sorella di Anne, Beate, che si gode la vita da milionaria. In pratica, sono due fratelli sposati con due sorelle.
Anne crede ciecamente nel suo matrimonio, ma Marie finisce sulla sua strada.
La giornalista prima crede di essersi innamorata di Max, poi perde la testa per Leon che, come in altri casi, cede al piacevole diversivo, pur dichiarandosi sempre innamorato della moglie Anne.
La bastarda del titolo è ovviamente Marie, che ricorre ad ogni mezzo per raggiungere i suoi risultati: vi avviso, è una narratrice inaffidabile. E’ però un anti-eroe ben costruito, che sa giustificare le sue azioni, anche se è indifendibile.
Il tutto è condito da un sacco di riflessioni sull’amore e sulla gente, che ti viene voglia di appuntarti per rifletterci sopra in un secondo momento.
Le finestre del ricordo sono sempre irragionevoli.
La verità offende gli altri. La menzogna, me stessa.
Chi vive di applausi perde la propria identità se non ne riceve.
Insomma, mi è piaciuto. E per quanto Marie sia una disgraziata, è quella che ci fa ragionare di più su noi stessi e sui nostri lati bui.