Pierluigi Cappello, uno dei poeti contemporanei più bravi, è morto l’anno scorso. Nato nel 1967, viveva, fin da quando aveva 16 anni, in carrozzina a causa di un incidente in moto (nel quale un suo amico è rimasto ucciso).
Mettere un poeta al banco di prova di una scrittura narrativa, in prima battuta mi era parsa una sfida un poco folle
dice nei ringraziamenti. Ma vi avviso, che qui di narrativo c’è poco: Cappello scrive poesia anche quando narra la propria vita. La scelta delle parole e delle figure retoriche è curatissima.
Il libro è breve, si snoda sul filo dei ricordi di scuola e del terremoto, ed è una continua dichiarazione d’amore nei confronti della letteratura, della poesia e delle parole.
Trovo però difficile fare la recensione di una poesia, anche se vien fatta passare per “narrativa”. La poesia va letta così com’è, non attraverso i commenti altrui.
Posso solo dire che ho inghiottito parecchi nodi in gola per leggere l’ultimo capitolo, quello che riguarda l’incidente, il risveglio in ospedale e la riabilitazione.
Sono abituata a guardare film dell’orrore, squartamenti, stupri, genocidi: ma leggere di una storia così tragica, capitata a un ragazzo così giovane, mi ha reso le cose difficili.
Cappello ha ritrovato la sua libertà, nonostante fosse bloccato su un letto o su una carrozzina, grazie alla letteratura; e ce l’ha restituita, questa libertà, attraverso le sue poesie. La sua vita è stata un continuo scambio di dai e prendi in un mare di sensibilità acuta e laboriosa.
I miei omaggi.
Mi associo al tuo omaggio finale; ricordo di aver sentito al telegiornale di quest’uomo, forse proprio il giorno del suo decesso, e ricordo che l’inviato parlò del suo modo di scrivere; insomma, per fartela breve, devo approfittarne! Condivido con te il fatto che certe tematiche, soprattutto quelle dove ci devi sbattere la testa per accettarle (come l’ultimo capitolo di questo libro, per intenderci), non siano facili da mandar giù, però penso che tutto l’insieme dia dei begli insegnamenti, e forse suggerisca anche il modo per vivere la propria vita al meglio.
Buon pomeriggio, mia cara amica. ❤
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Vero. Dovrò farlo leggere a mio figlio… Fra qualche anno.
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Dovrò leggere anche io qualcosa di suo; e magari rifarmi il mio “guardaroba” libresco… 😀 Ti auguro una piacevole serata!
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