Siamo solo amici (Luca Bianchini)

Ci sono diversi protagonisti in questo romanzo. Il primo che incontriamo è Giacomo, portiere/direttore di un piccolo ma lussuoso albergo a Venezia. Poi c’è Rafael, brasiliano, ex portiere di calcio che è venuto a Venezia per incontrare un’attrice sua compaesana che cerca di scappare dai fans. Poi c’è Elena, siura torinese in rotta col marito e che è tornata a Venezia per “approfondire l’amicizia” con Giacomo.

Poi ci sono Frida, la prostituta da cui Giacomo si reca ogni mercoledì, e l’anziana signora Silvana, che ogni giorno va all’albergo per bere l’aperitivo. Ma ci sono anche Tamara, che lavora a Milano con Rafael, e altri amici di Raphael (macchiette, solo per rallegrare la storia, e che se non ci fossero stati non avrebbero tolto niente al romanzo, anzi).

E come ci sono diversi protagonisti, ci sono diverse storie: quella tra Elena e Giacomo, quella tra Frida e Rafael, quella tra Rafael e l’attrice brasiliana, e quella tra Giacomo ed Ivano, un vecchio amico di gioventù che in realtà comparirà solo alla fine.

E’ un romanzo corale agro-dolce, romantico e a volte umoristico: tutte caratteristiche che, quando scelgo un libro, cerco di evitare come il Covid19.

Sembra che lo scopo della vita sia trovarsi un compagno o una compagna, e finché non lo/la si trova, non si trova la felicità.

Approfondimento psicologico, dunque, quasi nullo, salvo gli aspetti umorali legati alla presenza o all’assenza dell’amato.

E’ particolarmente macchietta la siura Elena, ricca, viziata (“Non si bada a spese!”), super attenta all’arredamento e alle feste borghesi, che molla il marito dopo aver saputo di un tentato tradimento. Il bello è che molla anche le figlie. E fin qui, non è così inverosimile. La cosa inverosimile è che nel libro, quando la storia è narrata dal suo punto di vista, questa donna non nomina mai le figlie. Le chiama “pupe”: esseri senza nome, senza carattere e senza età.

Beh, per quanto una madre sia snaturata, almeno il nome delle figlie doveva passarle per la testa… Il fatto che Bianchini non ci abbia pensato mi fa credere che fosse molto giovane quando ha scritto il libro e che conosceva poche madri di famiglia (per quanto snaturate).

Non dico che non sia un libro piacevole: dico che non è piaciuto a me. Mi piacerebbe sapere quanto ha venduto.

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