A che scrivo?

imageSembra che scrivano tutti e che (quasi) tutti si chiedano perché lo fanno. Ognuno darà la sua risposta (la date, voi?), qui riporto la versione di Francesco De Sanctis in una lettera del 1858 alla sua ex allieva Virginia Basco, che ho trovato in PAGINE LETTE di Paola Tonussi (ed. QuiEdit, 2007):

Mi domandi: – A che scrivo? – Questa domanda non si fa, cara Virginia. Si scrive non per l’umanità, né per la stampa, né per la gloria; si scrive per bisogno, per quello stesso bisogno per cui si mangia. Luomo, che si alza al di sopra del volgo, ha de’ bisogni morali, più stringenti, più imperiori de’ fisici. (…) Lo studio è un dovere, e (…) serve a coltivare il nostro animo. Ciascuno coltiva se stesso secondo la coscienza che ha delle sue forze. (…) Un’anima ricca non dice mai: basta; e se talora si arresta, sente uno stimolo, una inquietudine, sente in sé delle forze rimaste inoccupate, e ricomincia.

4 Comments

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4 responses to “A che scrivo?

  1. si scrive per dire, per lasciare una traccia, per sedimentare un’idea, per seminare; poi chi raccoglie, raccoglie; se nessuno lo fa vorrà dire che si sarà scritto e basta.

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  2. martinamunzittu

    Io mi rispecchio pienamente nelle parole di De Sanctis: “Si scrive non per l’umanità, né per la stampa, né per la gloria; si scrive per bisogno, per quello stesso bisogno per cui si mangia.”

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  3. lois

    Si scrive per bisogno, per necessità, per mostrarsi al mondo e per sentirsi appagato. Molto spesso poi, trovo che la scrittura (quella nostra, dei post) sia poi anche terapeutica e positiva. Certo c’è modo e modo di scrivere. Ma trasformare le nostre parole in segni, mostra la creatività che in ciascuno di noi è riposta e che attende solo di essere mostrata.

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  4. Forse, dico forse, troverai una risposta nel mio prossimo post dal titolo: Se qualcuno ti legge…salutissimi

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