Interrompo la lettura di questo libro

Il principe delle maree (Pat Conroy)

Lo avevo scelto dallo scaffale perché avevo voglia di leggere un mattoncino (sono quasi 600 pagine) ambientato negli Stati Uniti che parlasse di tematiche forti (la quarta di copertina prospettava una malattia mentale che coinvolgeva un’intera famiglia).

A dirla tutta, la copertina non mi piaceva, anzi, mi disturbava proprio: richiamava troppo alla memoria una storia melensa con derive televisive. Non mi dispiaceva una storia d’amore, ma la copertina ammiccava troppo alla lettrice (e non al lettore, come al solito…).

La storia ha per protagonista Tom, originario del South Carolina, che deve andare a New York perché la sorella gemella Savannah ha tentato un’altra volta il suicidio. Là incontra la sua psichiatra che, per cercare di entrare nel mondo distorto della donna, ha bisogno di ricostruire la storia di tutta la famiglia.

Tom ha un atteggiamento molto sarcastico, così sarcastico da togliere verosimiglianza al racconto: la gente non fa certe battute quando ha un famigliare sull’orlo del baratro.

Si entra poi nella storia della famiglia Wingo, che è piena zeppa di segreti.

Ora: ci possono essere dei segreti nelle famiglie, ma quando sono troppi e si protraggono per troppi anni, allora anche qui la verosimiglianza va a farsi friggere.

Ma il motivo principale per cui interrompo la lettura di questo libro è che mi sembra di… perdere tempo.

E’ puro intrattenimento.

Non mi dispiaceva leggere libri per puro divertimento, ma in questi giorni, con il covid19 e le sue conseguenze, mi sento in colpa a divertirmi, e ciò toglie senso al divertimento.

Lo rimetto dunque sullo scaffale in attesa di una disposizione di spirito migliore.

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