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Questa vita – Vito Mancuso

Vito Mancuso, teologo cattolico, è diventato vegetariano.

Grazie alle risorse di cui ora maggiormente disponiamo, io credo sia giunto il tempo di superare l’antropocentrismo alimentare della tradizione occidentale. (…) la possibilità di mitigare il tasso di violenza insito nella vita esiste e l’alimentazione più adeguata al riguardo è quella vegetariana.(…) per la Bibbia la dieta originaria degli esseri umani non prevedeva l’uccisione di animali, come appare dalle parole del Dio biblico ai primi uomini: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo” (Genesi, 1,29). (…) rimane indiscutibile che il regime alimentare vegetariano contribuisce a diminuire il tasso di violenza nel mondo perché non sparge sangue e perché elimina le sofferenze degli animali sottoposti a macellazione (…).

Questo non vuol dire che se al mondo diventassimo tutti vegetariani/vegani, sarebbe eliminata la violenza. La violenza è ineliminabile: anche i jainisti che si mettono un velo davanti alla bocca per evitare di inghiottire per sbaglio degli insetti, poi si ritrovano un corpo che volente o nolente uccide i batteri nocivi che entrano nell’organismo.

L’alimentazione però non è il tema centrale del libro. Sulla scia delle sue altre opere, Mancuso ribadisce che esiste un Disegno, che Qualcosa o Qualcuno (Dio? Natura?), a partire dal Big Bang ha fatto sì che il creato si organizzasse in maniera sempre più evoluta: si parla di un orientamento verso la crescita dell’informazione, fino alla mente.
Già le probabilità per la nascita della vita erano infinitesimali (e lui riporta le parole e i dati statistici di scienziati/Nobel, credenti o meno). Ma, se ragioniamo in termini di semplice vita che tende a riprodurre se stessa, allora si va anche oltre: perché si è passati dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari se questo comporta addirittura una perdita di vitalità? Cioè: i batteri tra tutti i viventi risultano i più adatti alla sopravvivenza.

Ci sono sì il caso e la selezione naturale a regolare l’evoluzione, ma, secondo Mancuso, c’è anche una logica aggregatrice,

una tendenza intrinseca della natura verso la crescita dell’informazione in un universo bioamichevole.

Poi c’è un’altra parte del libro che mi piace un casino: quando dice che ogni corpo fisico esistente è dato da energia + informazione (tener conto che energia e materia sono solo due diversi stadi della stessa cosa).
L’energia è la capacità di compiere un lavoro. E il primo lavoro che compie un ente è quello di… essere! Che collegamento stratosferico con la cultura orientale, che con tutte le tecniche meditative mira all’Essere e basta.

L’informazione costituisce l’identità di un oggetto in quanto tale. Ognuno di noi, ben prima della sua componente materiale, è la sua informazione. La nostra materia infatti è pressoché identica a quella di tutti gli esseri viventi.

Come tutti i libri di Mancuso, ridurlo a poche righe in un post è limitativo: leggetelo!

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Io amo, Vito Mancuso

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Volevo aggiungere il mio primo video in assoluto, ma è stato ignominiosamente interrotto dal bambino che deve fare la cacca… evabbè. Inserisco una mia foto recente, visto che qui non mi conosce nessuno.

Conoscete l’autore? Penso che questo sia uno dei suoi libri più commerciali, il che non è sempre un difetto. Mancuso auspica che la chiesa cattolica si apra sotto almeno tre punti di vista, concedendo un “Sì” a:
– contraccezione (ma solo precedente e contestuale al rapporto, non postuma, con pillole & C, secondo lui)
– rapporti prematrimoniali (visto che i divieti cattolici sono del tutto o quasi disattesi)
– riconoscimento delle coppie omosessuali/omoaffettive.

Qualcuno a questo punto si chiederà se si possa ancora parlare di etica cattolica. E io rispondo che in realtà non esiste una specifica etica cattolica, l’etica è la scienza teorica e pratica del bene e il bene, per definizione, è universale (…). Se è veramente tale, l’etica è una e unica, vale per tutti, e la coscienza la riconosce immediatamente.

Ultimo appunto…parliamo del teologo spagnolo Fernando Sebastian Aguilar, arcivescovo emerito di Pamplona. Questo signore ha scritto:

L’omosessualità è una maniera deficitaria di manifestare la sessualità perché questa ha una struttura e un fine che è quello della procreazione.

Bè, questo signore è stato fatto cardinale da papa Francesco nel concistoro del 22 febbraio 2014.
Ma Francesco, che gente mi fai cardinale??

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La vita che volevo, Maribeth Fischer

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Grace ha un bambino di tre anni che soffre di una malattia mitocondriale (difficoltà di trasformare il cibo in energia) e dunque è destinato a morire da un momento all’altro, ogni crisi potrebbe essere quella decisiva. Come se non bastasse, lei viene accusata di soffrire di sindrome di Munchausen per procura, un disturbo della personalità a causa del quale sarebbe lei a indurre i sintomi nel figlio, tutto al fine di attirare l’attenzione su di sé, sulla sua bravura e abnegazione.
Lei è innocente e tuttavia la allontanano dal figlio negli ultimi giorni della sua vita, e il bambino, lungi dal migliorare in assenza della madre presunta carnefice, muore.

Tristissimo.
Pieno di lacrime e sensi di colpa e separazioni e bambini che soffrono e… di domande sul “cosa resta?”
Ma la cosa che mi ha colpito di più è che il romanzo porta questa dedica:
In memoria del mio paperottolo.
Come cavolo ha fatto a scrivere su una tale disgrazia? Non biasimo, intendiamoci! Solo, davvero mi chiedo dove ha trovato la forza di andare avanti dopo una cosa del genere (che io neanche nomino) e fare un gesto così intimo, così confessionale, così… autolesionistico come scriverci un romanzo sopra.

Questa lettura mi ha portata a “Il caso o la speranza?” di D’arcais e Mancuso, incredibile come i libri si leghino tra loro.
Mancuso e D’arcais intavolano un duello serrato. io ciondolo da una parte all’altra e non mi deciso mai del tutto.
“Cosa resta?”

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Religione vs spiritualità

Domenica scorsa stavo leggendo “Breve storia delle religioni” di Donini mettendola a confronto con Mancuso (“Io e Dio”).
Suona il campanello e vado ad aprire. Due signore anziane, testimoni di Geova.

Io sono stupida. Nonostante tutte le riprove contrarie, penso ancora che con gente del genere si possa instaurare un dialogo.

Cominciano loro:
– Ma se secondo lei Dio non esiste, tutto il male che c’è nel mondo che scopo ha?
Io ci provo:
– Guardi, stavo provo leggendo Mancuso a riguardo. Però se prendo in mano Monod…
Loro mi interrompono:
– Sì, i terremoti, le guerre, le malattie…
Io:
– Bè, secondo Donini le religioni sarebbero…
Loro:
– Secondo lei è tutto frutto del caso? Questo male, questo dolore…
– Ok, grazie, ho capito. Non mi interessa.

Sgrunt!
Io dicevo qualcosa, e loro continuavano a ripetere la loro poesia.

Mancuso è convincente con la sua idea di Dio non personale e di fede come sentimento; però, visto che ormai è scomunicato di fatto, non capisco perché continui a vivere all’interno della Chiesa Cattolica; e poi leggo Donini, che dice che la religione è solo un portato delle caratteristiche materiali della società, e mi si ribalta tutto.
Alla fine Gesù come personaggio storico non è esistito. I Vangeli si contraddicono l’un l’altro, non si capisce chi ha detto cosa, se la traduzione è corretta, se le intenzioni erano limitate alla sfera spirituale o se si ampliavano a quella politica…
La cosa strana è che mentre leggevo Donini, ho sognato un paio di volte che la mia casa si fratturava o che si capovolgeva. Sono le credenze che mi porto dietro fin dall’infanzia che si sfaldano?

Di solito sono educata, ma c’è mancato poco che mandassi a quel paese le anziane testimoni di Geova con le loro frasette imparate a memoria.

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