Tag Archives: Virginia Woolf

Annotazioni di Virginia Woolf sulla scrittura

(…) Quel che più conta è la mia convinzione che l’abitudine di scrivere così, solo per il mio occhio, è un buon esercizio. Scioglie le giunture. Poco importano le cilecche e le papere.

La forza creativa, che spumeggia così piacevolmente nel cominciare un nuovo libro, si acqueta dopo un certo tempo; e si va avanti più stabilmente.

La malinconia diminuisce mentre ne scrivo.

Sono fallita come scrittrice. Sono fuori moda.

Fare sempre in modo che il lavoro sia piacevole.

Scrivere il diario ha migliorato moltissimo il mio stile: ha sciolto i legamenti.

Se loro – i rispettabili, i miei amici – mi sconsigliano Gita Al Faro, scriverò memorie.

Ho letto quello che mi capitava sotto mano (…): biografie di sportivi.

(…) leggere con la penna in mano.

L’essenziale è scrivere rapidamente e non guastare l’atmosfera: niente vacanze, niente intervalli, possibilmente, finché sia finito. Poi riposo. Poi riscrivere.

Comunque un anno trascorso a leggere tutta la letteratura inglese (…) farà indubbiamente bene alla mia mente di romanziera.

Ma poi queste sessantamila parole andranno spolpate e ridotte a trenta o quarantamila.

Trovo sempre qualcosa che si può condensare di più o confezionare meglio.

Scrivere è un’arte difficilissima.

La moda in letteratura è un fatto inevitabile; e anche che bisogna evolversi e mutare.

(Frasi tratte da Diario di una scrittrice, Minimum Fax)

6 Comments

Filed under Arte, authobiographies, autobiografie, biographies, book, Libri & C., Saggi, scrittori inglesi

Citazione del giorno

Virginia Woolf, Diario di una scrittrice

 

image

2 Comments

Filed under Libri & C.

Sabbie mobili – Sybille Bedford

Quicksands

Quicksands


Ammetto la mia ignoranza: sebbene The Independent abbia definito la Bedford come “la più sofisticata e raffinata scrittrice del XX secolo”, io non l’avevo mai sentita nominare.

E devo ammettere che non mi sono innamorata qui dello stile di questa scrittrice: troppo frammentaria, troppi salti temporali, troppe parti in cui dà per scontato che il lettore conosca le persone che ha incontrato, troppa gente di cui non dice il nome per paura di offendere i parenti ancora in vita, troppi sottintesi, troppe parentesi e troppi corsivi di cui non ho capito l’utilità.

Eppure la lettura alla fine mi ha rapita. La Bedford è una sradicata di cui non si può non ammirare la vitalità (anche se non capisco perché una per essere definita femminista debba passare attraverso le forche caudine dell’omosessualità, quasi fosse un passaggio obbligato in quegli anni e quei circoli). Lo sradicamento ha in sé una componente avventurosa che è lontanissima dal mio vissuto e che, dunque, un po’ invidio – senza arrivare ad invidiare la vita notturna, le risse e il giro di morfina e alcool.

Soprattutto invidio la sua cerchia di amici e conoscenti: Maugham, Huxley, Virginia Woolf e altri del suo giro, le sorelle Mitford, la famiglia di Thomas Mann… e quando non si trattava di questa gente qui, erano comunque persone legate al mondo letterario o giornalistico. Insomma: gente che legge!! (Quando non scrive)

Qui, da questo punto di vista, è un mortorio; encefalogramma non piatto: spento!

Riporto qui un paio di frasi bellissime con cui mi trovo in sintonia:

Restare monolingue riduce la mente entro i binari di una linea tranviaria. La mente evoluta ha bisogno di diverse alternative per esprimersi.

I frammenti di capolavori classici e contemporanei – stile o versi – se si ha l’occasione di incrociarli al momento giusto, penetreranno nella nostra percezione come elementi fondamentali del nostro lavoro futuro.

Leave a comment

Filed under Libri & C.