Tag Archives: sopravvivenza

Potere e sopravvivenza (Elias Canetti)

Di Canetti spero di leggere presto “Massa e potere”, che è la summa del suo pensiero sulla materia, ma già questo libretto ne contiene alcuni punti.

Si tratta di una raccolta di saggi che non sono omogenei tra loro ma sono legati dai due temi del titolo, appunto il potere e la sopravvivenza.

Sembra incredibile, ma questi due argomenti li ritroviamo in tutti i saggi, sia quando parla del suo ex idolo Karl Kraus, il cui potere si incarnava nelle accuse che gettava intorno a sè, quando parla del diario, di HItler e del suo architetto Speer, di Confucio e di Tolstoj.

Data la varietà dei soggetti, è inutile neanche provare a fare un riassunto, ma vi lascio solo un paio di estratti che riguardano la scrittura dei diari, visto che io ne tengo uno da quando avevo sette anni (7!).

Nel diario non si parla soltanto con se stessi: si parla anche con gli altri. Tutti i colloqui che nella realtà non si possono portare fino in fondo poiché finirebbero in atti di brutalità, tutte le parole assolute, irriguardose, spietate, che spesso sentiamo di dover dire agli altri, tutto questo si deposita nel diario.

Le astuzie e le misure precauzionali per tenere segreto un diario non saranno mai troppe. Delle serrature non c’è da fidarsi. Molto meglio le scritture cifrate. Io uso una stenografia modificata che nessuno sarebbe in grado di decifrare senza un lavoro di settimane.

Leave a comment

Filed under Libri & C.

Lo scrittore fantasma – Philip Roth

La trama è quasi inconsistente: un giovane aspirante scrittore, Nathan Zuckerman, va a trovare il suo idolo letterario, tale Lonoff, nella sua isolata casa sulle colline del New England.

L’incontro è cordiale: Lonoff si rivela essere uno scrittore maniacale, abitudinario, senza niente che possa rendere interessante una sua biografia, se mai a qualcuno venisse in mente di scriverla.

Gli unici eventi che possono smuovere questo elettroencefalogramma piatto, sono legati alla presenza di una giovane dal passato misterioso: è una ex studentessa di Lonoff, e nel corso della lettura si scopre che lei e il suo prof hanno una relazione.

La moglie di Lonoff, Hope, lo sa, e fa un paio di scenate a cui Zuckerman assiste attonito.

Il romanzo finisce con la ragazza che se ne va e Hope che si incammina a piedi, in mezzo alla neve, brontolando che non vuol saperne di tornare a casa: Lonoff la segue.

Raccontato così, sembra di una noia mortale, ma non lo è, ve lo assicuro: il bello del romanzo è dato da tutti i temi sollevati: la sopravvivenza al nazismo, la vita dello scrittore e il suo rapporto con la famiglia, il jet-set letterario, l’ebraismo ai giorni nostri, il senso di colpa…

Ad esempio: Nathan Zuckerman è in rotta col padre per via di un racconto che ha scritto basandosi su una storia familiare. Il racconto non è piaciuto a nessun parente perché sembra che gli ebrei siano descritti nel modo più classico possibile, come avari e imbroglioni. Questo piccolo episodio gira tutto intorno al modo in cui gli ebrei di oggi percepiscono se stessi, con la paura di venir giudicati per via della loro appartenenza e non della loro personalità.

Alla fine, davanti agli occhi ho l’immagine di un popolo che si vede diffamato anche quando non lo è (perlomeno io l’ho vista così), perché se il racconto di Zuckerman sia antisemita non è per niente scontato.

Non solo: Zuckerman appena vede la ragazza misteriosa se ne innamora, e fantastica che lei sia in realtà Anna Frank, sopravvissuta in incognito. Se così fosse, Nathan riuscirebbe a giustificarsi col padre: vedi, gli direbbe, credi che io odi la mia ebraicità, ma in realtà mi sposo con nientepopodimenoche Anna Frank!

E questo non è altro che la conferma del suo senso di colpa, perché, se per farsi perdonare dal padre ha bisogno di sposare l’emblema letterario della persecuzione ebraica, bè, qualcosa non va…

Mettetevela via: il romanzo non vi dà soluzioni. Nessuna via di fuga, nessuna rivelazione chiarificatrice, nessuna svolta che possa sistemare le cose, in nessun campo.

Philip Roth mette i problemi e i temi sul piatto, prende le frasi e le gira: tutto il resto spetta al lettore.

Una forma di collaborazione tra scrittore e utente, quasi.

Leave a comment

Filed under book, Libri & C., Scrittori americani