Prima di tutto: perché cercare di far sogni lucidi?
La risposta principale di solito è: per divertirsi.
Immaginati di sapere che stai sognando. Cosa fai? Tutto quello che vuoi. Volare, sesso, uccidere, parlare con persone che non ci sono più: tutto è alla tua portata.
Sembra però che i sogni lucidi possano essere utilizzati anche per scopi più utili. In alcuni casi, si cerca di incentivarli in persone che soffrono di fobie, in modo da affrontare le proprie paure. C’è anche chi li sfrutta per esercitarsi con uno strumento musicale, per parlare in pubblico, per studiare una lingua, ecc…
Dopotutto, dormiamo per un terzo della nostra vita: perché non sfruttare le ore notturne per raggiungere i nostri obiettivi?
I due autori però, studiano i sogni lucidi a livello psicologico e sembra che la semplice felicità di poter fare tutto quello che si vuole abbia delle ricadute positive sul sistema immunitario e sull’autostima.
Ammetto che a volte, secondo me, attribuiscono a questa pratica degli effetti che mi sembrano un po’ esagerati (esplorare il senso della vita? Risolvere rapporti controversi con parenti e amici che sono morti?), ma non sono ancora riuscita a sognare a comando, dunque non posso sfatare le loro convinzioni tramite l’esperienza diretta.
Sembra che gli habitué dei sogni lucidi riescano meglio ad esercitare l’autocontrollo in molti campi, magari, proprio andando in cerca di situazioni difficili durante il sonno con lo scopo di affrontarle.
Chi ha una vita facile, di solito è una persona debole. Sono le difficoltà che forgiano il carattere. E allora, dicono gli autori, perché non andare in cerca di guai mentre si ronfa nel proprio letto? Non importa che si tratti solo di sogni: quello che importa è la nostra reazione, perché il cervello reagisce alle immagini oniriche come se fossero reali.
Ma come si fa ad avere sogni lucidi a comando?
E’ un processo lungo che richiede applicazione.
Bisogna abituare il cervello a mettere in dubbio la realtà.
Ad esempio, durante il giorno bisogna abituarsi a chiedersi: ma quello che succede è vero o è un sogno?
Oppure bisogna cercare di compiere azioni impossibili, ad esempio, volare.
Se si creano queste abitudini durante la veglia, è probabile che anche durante il sogno si ripropongano gli stessi schemi mentali, con la differenza, che nel sogno si può volare sul serio…
E’ dunque importante riconoscere i “dream signs“, i segnali che ci fanno capire che stiamo sognando: se iniziamo a fluttuare nell’aria, o se ci mettiamo a parlare con un amico morto, è innegabile che siamo in un sogno.
Ma per i segnali onirici sono diversi per ognuno di noi. Per imparare a riconoscerli, bisogna tenere un diario dei sogni: ogni mattina, appena svegli, senza neanche alzarci dal letto (perché i movimenti facilitano l’amnesia) dobbiamo trascrivere più sogni possibili, con più dettagli possibili.
Dopo un certo periodo, cominceremo a vedere degli schemi che si ripetono, delle assurdità che sono solo nostre, e quelli saranno i segnali onirici da tener sotto controllo durante il sogno.
Ad esempio, io sogno spesso di essere in una casa che non conosco, ma che so essere mia: di solito è grande e piena di cassetti e libri, e inizio a curiosare in giro.
Un altro segnale onirico può essere la lettura di un testo: di solito, durante un sogno, se ci capita di leggere un testo due volte, la seconda volta è sempre diversa, come se le lettere fossero cambiate nei pochi secondi in cui abbiamo distolto gli occhi dal foglio.
Vi capita di fare sogni lucidi?