La trama in sé è molto semplice: la giovane Yeonghye decide di smettere di mangiare carne a causa di un sogno. Nel corso degli anni, però, la sua alimentazione si riduce sempre più fino a portarla in un ospedale psichiatrico.
La storia è raccontata da tre punti di vista.
Il primo è quello del marito: è un uomo mediocre, opportunista, forte coi deboli e debole coi forti, che ha sposato Yeonghye perché l’ha sempre giudicata una donna remissiva e pronta a cedere ai suoi desideri.
Quando Yeonghye smette di mangiare carne, è un dramma familiare. Il padre, un uomo che è sempre stato violento, cerca di costringerla a mangiare e la schiaffeggia durante una riunione di famiglia. Lei si taglierà le vene davanti a tutti.
Il secondo punto di vista è quello del cognato di Yeonghye, il marito di sua sorella. Il cognato è ossessionato da Yeonghye, ma lei gli cede solo quando sono entrambi coperti di fiori dipinti.
Il terzo punto di vista è quello della sorella di Yeonghye, una donna che ha sempre risposto alle aspettative altrui, una donna di successo, controllata. Ebbene, questa donna inizia a cedere quando scopre suo marito insieme a sua sorella.
Non è un libro facile da capire.
Credo che il tema riguardi la libertà di essere se stessi.
Yeonghye desidera solo diventare un albero:
E’ il tuo corpo, puoi trattarlo come ti pare. L’unico territorio in cui sei libera di fare come preferisci. Ma ance questo non va come volevi.
La reazione del marito e del padre alla decisione vegetariana non ha niente a che fare con la salute di Yeonghye: quello che fa andare in bestia i due uomini è la ribellione della ragazza, il suo rifiuto delle convenzioni.
Nessuno dei due è davvero preoccupato per lei, anzi, si vergognano a causa sua.
Il cognato ha un rapporto sessuale con lei, ma neanche lui la ama, né la capisce.
Forse neanche sua sorella le vuol davvero bene: è difficile perfino per lei capirlo, succube com’è stata delle aspettative della famiglia e della società.
Si può davvero esser liberi?