Tag Archives: Piazza Fontana

I conti con me stesso (Indro Montanelli)

IMG_20200408_154537[1]

Diari 1957-1978 – a cura di Sergio Romano

Questo è un diario: limite e grandezza del libro.

Grandezza, perché leggiamo cosa pensava davvero Montanelli di certi personaggi dello scenario italiano. Le sue critiche a Moravia, a Bocca, a molti politici del tempo; veniamo a sapere che Flaiano aveva una figlia con gravi problemi di salute, e che ammetteva di non riuscire a volerle bene.

Il libro è pieno di racconti di meschinerie, vanità, bugie, anche dello stesso Montanelli, che, con se stesso, si permette il lusso di essere sincero, cosa che non sempre fa in società o davanti agli schermi TV.

L’aspetto diaristico è una vantaggio anche perché ci fa capire come personaggi del genere gestissero il proprio entourage: mangiando. Montanelli va continuamente a cena, pranzo, colazione con giornalisti, politici, letterati.

Ma il diario è uno svantaggio per chi non è più ben addentro alle beghe politiche e giornalistiche di quegli anni: c’è una sfilza di nomi che oggi, a noi, dice poco o nulla. In particolare, ho davvero capito molto poco delle manovre di acquisto e controllo dei giornali del tempo.

Salvo alcuni passaggi, non è una lettura leggera.

1 Comment

Filed under authobiographies, autobiografie, biographies, book, Libri & C.

Il mostro di Milano, Fabrizio Carcano @mursia

Quando sono arrivata alle ultime pagine di questo libro, ho pensato: meno male che – almeno nei libri – si rimedia al caos.

E il rimedio arriva, sebbene non dica come, per non spoilerare, e sebbene questo rimedio sia di dubbia moralità. E’ comunque stato un sollievo, perché la chiusura del cerchio non era così scontata, stando a come procedeva la storia.

Si tratta di un libro a metà strada tra il giallo e lo storico, che affonda le radici in una serie di omicidi realmente avvenuti tra il 1969 e il 1971, di cui si è poco parlato perché concomitanti con la strage di piazza Fontana e il suicidio (?) Pinelli.

Carcano ha una serie di meriti. Innanzitutto, complimenti per la ricerca storica: proprio perché si tratta di storia recente, molti dettagli erano “pericolosi”, molti li avrebbero dati per scontati, e, sebbene ci sia almeno un errore (mi pare relativo all’entrata in produzione di un modello di auto), ce ne sono tantissimi altri che mi hanno sorpreso (ad esempio, il passaggio dai taxi color verde a quello giallo). Mi è rimasto il dubbio in merito all’Autan, ma sto aspettando risposta alla mail che ho scritto alla ditta produttrice per sapere se era già in voga in quegli anni.

Altro complimento l’autore se lo merita per il linguaggio, o, meglio, i linguaggi utilizzati; mi riferisco innanzitutto al milanaccio (uè, però io son ‘na beluga, mica lo capisco tutto, eh?) e al poliziesco/malavitoso: mi è particolarmente rimasta impressa l’espressione “essere in bandiera”, per riferirsi a chi è latitante.

Anche le motivazioni dei personaggi sono ben costruite, e di personaggi qui ce ne sono molti, davvero. Forse però, e qui parlo a sentimento mio, proprio il protagonista suonava un po’ stonato: solo un po’. Nel senso che, avendo bisogno di un commissario bello e dannato, Carcano gli ha creato una causa di dannazione che – in un mondo violento come può essere quello dei poliziotti – non so se è davvero credibile al 100%. Mi piacerebbe sentire l’opinione di qualcuno che ha letto il libro: è possibile, è del tutto verosimile che Maspero finisca in una tale depressione, insonnia e vuoto di valori dopo aver ucciso (per difendersi) una ragazza sconosciuta perché ha scoperto che era incinta? E che continui a sognarsela di notte e che abbia bisogno di stordirsi di alcool, gioco d’azzardo, fumo e metedrina?

Mi è piaciuto molto anche come l’autore è riuscito a intersecare il mondo della polizia milanese con quello ecclesiastico, e mi è piaciuto un casino (secondo me è il personaggio più interessante, e spero che in un futuro libro gli sia dato molto più spazio) padre Jadran, della Congregazione del Sant’uffizio: i tramacci della Chiesa attizzano sempre:-)

Due aspetti che mi son piaciuti un po’ meno:

a) Ho capito che Maspero fuma Gitanes, non è necessario ricordarcelo a ogni pie’ sospinto (io odio il fumo!!);

b) L’uomo della copertina non è mica tanto ben proporzionato… come fa ad avere il braccio a quell’altezza?

Nel complesso, comunque, un libro perfetto sotto l’ombrellone (ma anche d’inverno, dai, una Milano così cupa sta bene anche davanti a un caminetto).

9 Comments

Filed under book, Libri & C., Scrittori italiani