Ho iniziato a leggere questo libro nel giorno dell’anniversario in cui, tre anni fa, ho preso il covid, ma non l’ho fatto apposta, è stato per pura coincidenza, giuro.😓

Si imparano sempre cosette interessanti dai libri di storia ben scritti – anche se John Kelly aveva inizialmente intenzione di scrivere un saggio sull’AIDS, e poi la peste della metà del milletrecento lo ha assorbito totalmente.
Ad esempio, ho scoperto che i🐭 topi domestici… ridono.
E che uno dei peggiori flagelli per l’umanità è dovuto al rigurgito 🤮di una pulce: il bacillo della peste infatti si installa all’inizio dell’apparato digerente di questi insetti, provocando una specie di blocco. Ne consegue che la pulce non riesce a inghiottire il sangue.
Non riuscendo a sfamarsi, continua a pungere come una pazza, e siccome il sangue inghiottito si ferma nella parte anteriore dell’apparato digerente, ogni volta che punge, 🐛 per non restare soffocata dal sangue, lo vomita nel nuovo morso.
Interessante, no?
Ma sono interessanti anche gli aspetti sociali ed economici di questo periodo.
In seguito ai numerosissimi decessi, i padroni feudali, che potevano essere nobili o enti ecclesiastici, si sono trovati a disporre di un’enormità di ricchezze grazie alle tasse di successione. La tassa veniva pagata spesso in animali – arrivava il balivo e si sceglieva la mucca migliore. Ma a forza di accumulare mucche, 🐮🐄 che non potevano essere accudite perché mancava personale, i padroni hanno dato l’ordine di vendere gli animali.
Un’immissione massiccia di animali nel mercato ha causato un crollo del loro prezzo💰🤑. Elementare Watson.
Il saggio affronta l’epidemia di peste🤒 dalla sua nascita al suo fulgore, seguendola per le vie che ha presumibilmente seguito a partire dalle steppe euroasiatiche. Veniamo così a scoprire come i vari paesi hanno reagito all’epidemia. A Ragusa, per esempio, l’attuale Dubrovnik, è stata introdotta la quarantena, cioè la chiusura delle città per quaranta giorni, un periodo che richiamava la Quaresima cattolica.
A Londra, una trentina d’anni fa hanno aperto le tombe ⚰️sotterranee di questi periodi e hanno scoperti che gli inglesi, con la loro solita flemma, sono spesso riusciti a mantenere la calma e a non farsi rovinare dal panico: i corpi erano ricoperti di cenere. Siccome la cenere ritarda la decomposizione, si deduce che i becchini ne ricoprissero i morti per ritornare in un secondo momento a completare la sepoltura. In certi periodi infatti, la mortalità era così alta che non c’era tempo di scavare tombe e ricoprirle subito.
Su tutto, la Chiesa🕍⛪, che ha continuato a dichiarare che la peste era una punizione divina per i peccati degli uomini, un atteggiamento, come al solito, ha ritardato la ricerca e le cure (ricordo che a quel tempo era ancora vietata la dissezione dei cadaveri per motivi di studio).
Molti episodi narrati in questo libro li ho ritrovati in “Mondo senza fine” che ho appena finito di leggere, di cui potete leggere la recensione nel post precedente.