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Dopo la fuga (Ilija Trojanow)

Glottologia per progrediti: il contrario di intronarsi è estraniarsi; il contrario di molteplicità è pochezza.

Radicato nell’utopia. Finalmente a casa.

I più vivono nel multilinguismo anche quando agiscono da monolingue. Gli universali sognati in passato appartengono al vocabolario globale. Promessa per l’uno, minaccia per l’altro.

Come potete dedurre dai tre passaggi qui sopra riportati, ho avuto le mie difficoltà a cogliere il succo della raccolta di pensieri e aforismi di Trojanow.

Nonostante l’attualità del tema (la fuga dal proprio paese di origine) e le notevoli capacità letterarie dell’autore, non sono riuscita ad entrare in sintonia col testo, sebbene molti stralci fossero poetici e densi di significato. Come questi, ad esempio:

Il ritorno in patria costituisce il più forte shock culturale possibile.

Quando il matrimonio fra persone del posto e stranieri fallisce, se ne dà la colpa alla differenza: differenza fra due culture, due tradizioni, due essenze che non sarebbero fra loro conciliabili. Se invece naufraga il matrimonio fra due del posto, allora dipende dalla differenza fra due individui.

Prima della fuga sapeva perché era infelice.

In un sistema di disumanità, la violazione delle leggi è un principio umano.

Durante la fuga un collettivo, dopo la fuga un individuo.

Forse non è il mio periodo di lettura di testi impegnati poetici/filosofici, ma se cercate un volumetto breve e denso per riflettere sulla situazione del profugo al di là delle banalità televisive e da bar, questo è il libro giusto.

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L’arte di passare all’azione – Gregg Krech

Più che un manuale, questo libretto è un saggio per meditare sulla necessità dell’azione.

Si parla, sì, di agire, di fare piccole azioni piuttosto che star a pensare e ripensare sul passo da compiere, ma la gran parte del libro si occupa del farci riflettere sul perché.

Ad esempio: devo fare qualcosa di importante o solo di urgente? Pagare una bolletta può essere urgente, ma giocare con il figlio è importante. E’ questo il limite delle ormai diffusissime To-Do list, che comprendono un elenco delle cose da fare ma di solito ignorano ciò che ci sta più a cuore.

Altro esempio: Krech ci invita a riflettere sulla necessità di rallentare. E questa può essere una buona riflessione, però non l’avrei inserita in un manuale con un titolo che richiama l’azione tout court…

Ancora un altro esempio: pensiamo a quante volte la nostra inattività si ripercuote sulla sfera altrui. Siamo in ritardo dal dentista? Magari gli abbiamo fatto perdere un altro appuntamento, lo abbiamo fatto innervosire, causandogli un tremore della mano che può trasformarsi in un tocco meno delicato sul paziente successivo… non bisogna mai sottovalutare l’effetto domino della nostra inazione (e qui apro una parentesi: quando passerà di moda l’usanza di aspettare un quarto d’ora prima di iniziare una conferenza o un incontro di qualunque tipo per vedere se arriva qualcun altro??? Non è rispettoso per quelli che sono arrivati in orario!!!)

Nel libro si trovano diverse riflessioni interessanti:

Le persone sono piene di energia solo quando fanno le cose che amano.

Abbiamo molto più controllo sul corpo (azioni) che sulla mente (pensieri).

La mente e il corpo viaggiano su binari diversi.

L’autoriflessione ci aiuta ad essere grati della capacità di svolgere il nostro lavoro.

Tuttavia, i consigli concreti sono relegati nell’ultimo capitolo:

L’alternativa alla TV è riempire il tempo con la vita reale.

Molte volte l’errore è meno importante di ciò che fate dopo averlo commesso.

Quando date incoraggiamento agli altri, togliete nutrimento al vostro dolore.

La scelta giusta non esiste. E’ più intelligente cercare di dare il meglio di sé in ogni circostanza che smarrirsi nell’ansia di fare la “scelta giusta”.

Prendere decisioni in base allo scopo, anziché alle emozioni.

Non mi è piaciuto molto che ci fossero interventi di autori diversi: Krech li ha presi e li ha inseriti nel libro, ma sono argomenti che toccano l’azione solo lateralmente e nel completo l’opera risulta un po’ frammentaria.

Nel complesso, non è stato uno di quei libri pieni di ispirazione che non vedi l’ora di tornare a casa per leggerli (detto questo: leggetelo lo stesso, si impara sempre, magari anche da una frase sola, tipo questa: “L’azione è l’antidoto alla disperazione“).

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