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Il palazzo degli specchi, Amitav Ghosh @CasaLettori @Harper360

Bellissimo romanzo!

La storia è complessa, piena di personaggi e accadimenti. Tutto incomincia con la “conquista” della Birmania da parte degli inglesi nel 1885. Il re e la sua famiglia sono mandati in esilio a Ratnagiri, in India. Dolly è solo una bambina ma fa parte del seguito imperiale: si occupa delle principesse reali. Rajkumar è poco più grande di lei: vede Dolly per la prima volta nel palazzo, durante il saccheggio da parte della popolazione, trasformata in un’orda avida di oggetti reali; e fa in modo di incontrarla dopo, mentre passa col corteo che porta la famiglia reale in esilio. E là Rajkumar si innamora.

Si incontreranno molti anni dopo, quando Rajkumar è un ricco mercante di legnami. Si sposeranno e avranno due figli, Dinu e Neel, diversi come il giorno e la notte: come sono diversi i due genitori, d’altronde. Poi la storia si allarga al Collector (il rappresentante del governo inglese che si prende cura della famiglia reale in esilio) e alla moglie, e ai nipoti, e agli amici…

Insomma, uno spaccato di vita orientale pieno di sfaccettature e colori.

Gli unici personaggi storici sono quelli della famiglia reale; per il resto, Ghosh si è lasciato ispirare dai racconti del padre e degli zii, che hanno vissuto quegli anni di fermento libertario.

L’autore ha reso benissimo le contraddizioni dell’impero britannico, soprattutto raccontandoci le ambiguità dell’esercito indiano, sempre lacerato tra i giuramenti di fedeltà e la voglia di combattere per il proprio paese. La situazione che visse l’esercito indiano durante la seconda guerra mondiale fu sintomatica di queste lacerazioni, con intere divisioni che, piuttosto di combattere per il governo inglese, scelsero di stare (almeno temporaneamente) dalla parte dell’invasore giapponese.

Il romanzo, iniziato nel 1885, finisce quasi un secolo dopo, con la nipote di Rajkumar che incontra Dinu, lo zio che non ha mai conosciuto e che ora vive in Myanmar (ex Birmania) durante l’oppressione militare.

E le ultime righe del romanzo sono eccezionali. Ma non ve le posso trascrivere, perché potete apprezzarle solo dopo aver letto tutto il resto.

 

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