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Musica (Yukio Mishima) @Feltrinellied

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Ho bisogno che qualcuno mi sveli il significato di questo libro…

E’ incentrato sul trattamento psicanalitico di una bellissima ragazza, Reiko, che dice di non sentire la “musica”, quando in realtà intende di non riuscire a provare desiderio/piacere sessuale.

E’ una ragazza che ha letto un po’ di psicologia da rivista e che lo psicanalista, che racconta in prima persona, definisce isterica: tutto quello che dice è da lei interpretato in chiave sessuale facendo spesso riferimento ai suoi sogni e al suo passato.

Ma quasi niente di quello che racconta è vero: dopo poche pagine ammette di essersi inventata tutto.

La costruzione del romanzo è quasi da giallo: lo psicanalista indaga nella psiche di Reiko per scoprire quale è il nodo del suo problema. E lo trovano, questo nodo, quando trovano il fratello perduto della ragazza.

Ma… possibile che Mishima volesse parlarci solo di sessualità, frigidità, psicanalisi?

O non è forse la musica una metafora per la più degna “gioia di vivere”? Il dubbio mi è venuto quando ho letto due episodi in cui Reiko ha effettivamente sentito la “musica”, ma si trattava di beatitudine, di felicità, forse: in un caso assisteva un cugino terminale e nell’altro consolava un ragazzo che voleva suicidarsi a causa della sua impotenza.

O, forse, non è che Mishima volesse parlarci dell’insondabilità della natura umana? Dell’impossibilità di catturare con un processo razionale (la psicanalisi) un processo inconoscibile come la mente umana?

Poi però, nel vari episodi del romanzo, si torna sempre alla sessualità, e le mie teorie e i miei tentativi di assolutizzare la trama, si spiaccicano come mosche sul parabrezza.

Davvero: “Musica” è giudicato uno dei libri migliori di Mishima. ma… perché?

Non credo di averlo capito.

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Uccelli da gabbia e da voliera, Andrea De Carlo

Sospendere a p. 139, a più di metà romanzo (in tutto sono 226) è un obbligo morale, se il romanzo fa schifo.

Ho voluto dare un’altra occasione a De Carlo, dopo aver provato con Pura Vita (altro libro senza arte né parte), e ora mi sa che questo autore, per me, finisce in cantina.

Fiodor è un ventunenne figlio di genitori ricchi che non ha né arte né parte né ambizioni né passioni. Viveva negli Stati Uniti, ma, dopo aver causato un incidente stradale, scappa a Milano (dopo una breve visita al padre in Costa Rica) per andare a lavorare nell’azienda del fratellone. Nessun commento, nessun rimorso per la poveraccia a cui è andato addosso senza rimborsarle le spese (visto che non aveva l’assicurazione sull’auto).

Il lavoro per il quale viene assunto rimane vago. Si parla di stilare generici rapporti, di aprire una sede in Liberia, tutto resta fumoso: mi dà l’impressione che l’autore, molto pignolo nella descrizione di altre azioni, non abbia la più pallida idea di cosa si faccia in un ufficio.

Si innamora a prima vista di una ragazza misteriosa che non si fa inquadrare e sparisce di continuo senza dare spiegazioni.

Gli sparano addosso.

Fa un altro incidente stradale dopo esser scappato da un tizio che in realtà gli era stato messo alle calcagna dal fratello come guardia del corpo.

Mi son fermata qui perché la noia mi ha sopraffatto.

Ci sono tante azioni, in questo romanzo: tutte superflue. Si spostano oggetti, si cammina, si guarda, si fuma, si muovono i piedi, si mangiano cibi, si beve latte. Tutto descritto nei minimi dettagli ma senza necessità. Ti dà l’impressione che l’autore volesse solo allungare il romanzo.

Incontriamo tre ragazze, fino a dove son arrivata io. E tutte e tre ci provano con Fiodor (due ci vanno a letto) dopo pochi minuti di conversazione. Mentalità da uomo poco profondo che crede che le donne siano tutte là ad aspettare un qualsiasi esemplare del sesso maschile.

Come dicevo, le descrizioni si sprecano, soprattutto per le donne. Ma quando si arriva a leggere di Lynn, la figlia di cinque anni di Sue (una di quelle che finirà a letto con Fiodor), bè, lei resta senza volto. Si sa che scalcia, che piange, che giocherella, ma resta un animaletto rompiballe, una figura di disturbo. Come se l’autore non avesse mai avuto a che fare con una bambina (il che può essere, ma se vuoi fare lo scrittore, devi entrare nella situazione, porti delle domande, devi farmi vedere).

Arriviamo a Fiodor. Personaggio vuoto. Senza prese di posizione morale. Senza passioni (esclusa Malaidina). Non sente niente nei confronti del padre; si infastidisce col fratello senza darlo a vedere perché comunque gli torna comodo così; va a letto con la moglie di Bob senza porsi il problema di Bob; va a trovare il fratello di Malaidina per semplice noia o solo per sapere dove trovare sua sorella; causa un incidente e non si dispiace minimamente per la donna coinvolta, notando solo che è grassa e muove il collo… ecc…

Si scalda solo quando entra in scena Malaidina, questa evanescente ragazza di cui non sa assolutamente nulla, ma che è molto bella e con la quale ha fatto sesso una volta. Tutto resta molto superficiale. Indifferente.

Come fai ad appassionarti a un personaggio del genere?

Noia, noia, noia.

 

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