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Il magico potere del digiuno, Yoshinori Nagumo @VallardiEditore

Secondo libro che leggo sul digiuno intermittente.

Sembrerebbe che il digiuno sia una cosa semplice: basta star senza mangiare, serve scriverci sopra libri?

Eppure già questo secondo libro presenta delle differenze rilevanti rispetto a “La dieta Fasting” di JB Rives.

Rives suggeriva di concentrare il periodo di alimentazione in otto ore e di far digiuno ininterrotto nelle altre sedici. La colazione, se non si riesce a saltarla, bisogna posticiparla fino a farla rientrare nella finestra di alimentazione.

Il dottor Nagumo ci suggerisce di far direttamente un pasto al giorno.

Rives ci diceva di bere tè o caffè per imbrogliare la pancia che brontola (soprattutto all’inizio).

Nagumo ci chiede di evitare tè e caffè per non incappare in senso di nausea a causa dei tannini (e qua condivido, perché neanche io a stomaco vuoto sopporto il tè verde).

Queste le differenze principali. Ma la tesi di fondo è una, per i paesi industrializzati: mangiamo troppo (oltre che male). Il problema ora è trovare un modo che ci permetta di ingurgitare meno calorie, migliori, e tuttavia di rispettare i nostri impegni sociali da cui, ammettiamolo, non possiamo prescindere.

Dico subito che non tutte le affermazioni di Nagumo mi sono sembrate convincenti.

Ad esempio, quando dice che latte e uova, se genuini, sono alimenti completi, la vegana che è in me sente i brividi salirle sulle gambe.

Anche quando dice che dobbiamo mangiare alimenti di cui siamo fatti, e che contengano i componenti di cui abbiamo bisogno, non mi sembra così attendibile: il nostro corpo è un trasformatore. Certe vitamine riesce addirittura a fornirsele da solo. Ci siamo evoluti per migliaia di anni per trasformare le poche cacatine che trovavamo in giro nei componenti che ci servivano… ma lui dice:

(…) la cosa più importante è assumere gli stessi nutrienti di cui è costituito il nostro organismo e nelle stesse proporzioni.

Non lo trovo scientificamente corretto neanche quando dice che i paesi ricchi subiscono una diminuzione della natalità perché la salute dei suoi abitanti sta scemando… secondo me, più che una questione di fertilità, è una questione culturale, no?

E quando dice che il diabete è un modo che il corpo mette in atto per impedirsi di ingrassare? O che la miopia deriva dal fatto che non cerchiamo più prede nelle lunghe distanze della savana?

Potrei presentare delle riserve anche contro il suo panegirico sulle abitudini: sì, è vero che ti permettono di risparmiare tempo ed evitare decisioni, ma non fanno così bene al cervello…

Questo è un libro che in realtà non parla solo del digiuno. Ci sono molti confronti con il regno animale e gli uomini di migliaia di anni fa; parla del Giappone antico, di sonno, di camminate, di vero cibo.

Mi son trovata pienamente d’accordo col dottor Nagumo quando ha scritto che la salute si rispecchia nella bellezza, nel ventre piatto, nella bella pelle. E sembra che il digiuno aiuti a raggiungere questi obiettivi, per molti, molti anni.

I consigli principali sono:

  • mangiare solo quando si ha fame, e, dunque, restare la maggior parte del tempo con lo stomaco vuoto.
  • mangiare solo alimenti davvero integrali.
  • dormire nelle ore d’oro (dalle 22 alle 2 del mattino) e camminare ogni giorno.

Se riesco a tenere in piedi questo regime, vi avviso. Il vero problema non è perdere qualche chilo, ma mantenere lo stile di vita, appunto, per tutta la vita.

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La dieta nutritariana – Joel Fuhrman

La tesi di fondo non si discosta dal libro precedente, Eat to live, ma stavolta si incentra un po’ di più sul confronto con altre diete (dalla mediterranea alla paleo, ad esempio) e ci sono piccole differenze in merito alla percentuale di proteine animali ammesse (che se prima era attorno al 10% ora sono sul 5%, ma, ammette, se tendono a 0, ancora meglio). Dice inoltre che ha scoperto quanto facciano bene le alliacee crude (aglio e cipolle varie) e i funghi cotti, e dunque negli ultimi cinque anni la sua dieta incorpora questi alimenti molto di più.

Mangiate, dunque, tutti i giorni, le G-bombs:
G = greens – verdure verdi
B = beans – legumi
O = onions – alliacee
M = mushrooms – funghi
B = berries – frutti di bosco
S = seeds – semi

Il suo approccio si basa sull’abbondanza di questi alimenti, non ci si alza mai da tavola con la fame, anzi. Certo, si tratta anche di ridurre il sale (e qui io faccio una fatica della malora!!!) e gli oli, che sono grassi senza nutrienti.
Attenzione, però: non è d’accordo neanche con i medici vegani Ornish ed Esselstyn, che proclamano una dieta vegana low fat come la migliore. Secondo Fuhrman i semi, pur essendo grassi, sono da integrare nella dieta, come testimoniano molte ricerche recenti. Io dico la mia: a parole Fuhrman non si dice d’accordo con questi altri medici, ma poi alla fine anche lui limita le dosi di frutta secca e semi a una manciata al giorno (circa 30 grammi, o un po’ di più per gli sportivi), dunque le posizioni non si discostano molto.

Ecco la lista delle cose da mangiare ogni giorno:
– grande insalata mista come portata principale di almeno un pasto
– una porzione (preferibilmente intorno ai 200-250 gr) di legumi
– una porzione doppia di verdure al vapore
– frutta secca e semi, almeno 30 g le donne, 40 g gli uomini. La metà deve essere costituita da noci, semi di canapa, di chia, di lino o di sesamo
– mangiare un po’ di funghi cotti e di cipolla cruda
– mangiare almeno tre frutti.

La riduzione di peso è garantita, almeno da quello che riportano le testimonianze nel libro. Ma è sulla salute che il dottore punta l’accento, sulla risoluzione di problemi cardiovascolari, depressione, e altra bella roba.

Partendo già da una base vegana, questo vademecum per me è una bazzecola. A parte il sale. E’ da una settimana che l’ho tolto, e mi sembra di essere una condannata ai lavori forzati (le spezie non sono la stessa cosa!!), anche se devo ammettere che ogni giorno va un po’ meglio. E voi ci avete mai provato?

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