Cosa mi piace
- la scrittura che scherma le brutture, la volgarità, la contemporaneità
- la rete di conoscenze artistiche che la Nin è riuscita a mettere in piedi
- la sua capacità di riconoscere un genio prima che diventi famoso
- i molteplici interessi della Nin (letteratura, poesia, psicanalisi, teatro, musica…)
- il fatto che la Nin si preoccupi della sua famiglia e di aiutare gli amici, anche finanziariamente, pur non nuotando nell’oro.
Cosa non mi piace
- Henry Miller e sua moglie June: bohèmien, ubriachi, drogati, bisognosi di bassifondi, vogliosi di stordimento.
- la bisessualità che appare come un bisogno, non come una scelta.
- le scenate, anche se non vengono descritte in toni crudi (ubriachi, vomito, droghe…)
- la ricerca della Nin di una vita esagerata…
L’arte deve insegnare qualcosa. La disciplina, innanzitutto, anzi, l’autodisciplina. Bisogna mettersi dei paletti, darsi delle regole, perché lo scopo è andare sempre più in profondità, e non puoi andare in profondità se continui a fare buchi a destra e a sinistra e ad abbandonarli.
Altrimenti mettete un pennello in mano ad uno scimpanzé e poi vendetene i quadri.
Sì, lo so, è già stato fatto.