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Guarisci il tuo apparato digerente, dott. John A. McDougall

Conosco l’autore da altri libri, incentrati sulle malattie cardiache e sul dimagrimento attraverso una dieta vegana. Questo è uno dei più vecchi (ma in Italia arriviamo sempre dopo, con le traduzioni). I principi cardine dell’alimentazione senza (o quasi) alimenti di origine animale restano, ma cambia l’impianto dell’argomentazione.

Per spiegare i vari concetti (suddivisi in problematiche di salute: emorroidi, alitosi, diarrea o stitichezza, malattie intestinali, colite, polipi e cancro ecc…) il dott. McDougall stavolta si è servito di una coppia immaginaria che va nel suo studio e gli presenta tutte le sfighe di questo mondo legate a un’alimentazione sbagliata (= americana pura). Certo, le argomentazioni ci sono, e nonostante il tono leggero non si scade mai nella superficialità, però a me queste digressioni sugli hobby e abitudini di una coppia tipica americana mi lasciano un po’ perplessa.
Capisco che vogliano avvicinare alla lettura quelli che non ci sono abituati, e che per questo abbiano bisogno di personalizzare il più possibile il libro, ma disegnini e battutine mi disturbano un poco.
Però è un problema mio.

Leggetelo.

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The starch solution – John A. McDougall, M.D.

Non l’ho trovato in italiano, e così ho dovuto leggerlo in inglese. Ma in EBook, perché il cartaceo costicchiava… che palle l’editoria italiana.

Conoscevo il dottor McDougall dal suo saggio precedente, The McDougall Program For Maximum Weight Loss, e sinceramente questo ultimo testo non si discosta molto dal Program. Gli americani sono maestri nel trarre il maggior profitto possibile da un’idea unica scrivendoci su più di un libro.
In questo, per ampliare le pagine l’autore si dilunga molto sulle diete iperproteiche e sulla necessità che la dieta vegana lasci il più possibile da parte i grassi.

Per quanto riguarda il sale: dice che è un capro espiatorio, che i paesi asiatici in cui si usa molto sale (aggiunto) ma la cui dieta si incentra sugli amidi, non hanno tassi di pressione molto alta. Dunque il problema principale è la dieta americano-occidentale, non il sale in sé.
Idem per lo zucchero: è antieconomico per il corpo trasformare gli zuccheri/carboidrati in grassi.
Dunque, senza esagerare, meglio aggiungere sale e zucchero alle proprie pietanze, piuttosto di mangiare tutto sciapito e di abbandonare un sano regime alimentare perché non ci proviamo gusto (anzi: meglio aggiungere zucchero piuttosto che olio ad un piatto).
Cerca anche di ridimensionare il terrore che i seguaci delle diete iperproteiche provano nei confronti dell’indice glicemico: le popolazioni con i tassi di diabete ed obesità più bassi sono storicamente quelle che si cibano di più carboidrati!

Per il resto, il messaggio è sempre il solito: eliminare i cibi animali, ridurre al minimo i derivati altamente elaborati della soia, mangiare fino a sentirsi sazi (amidi ed ortaggi colorati in primis), preferire i cibi più naturali (es. riso integrale rispetto al riso bianco).
Anche la frutta è ammessa, a dispetto di quelli che su youtube dicono che non la vuole: suggerisce solo di limitarla a chi deve perdere tanto ma tanto peso, per gli altri la frutta fa parte del programma.

Molti capitoletti (es. sul costo della dieta vegana, sulla B12, sulla pericolosità degli integratori, sulle pentole da acquistare, sui pasti fuori casa.

Insomma, mi direte: un libro che fa schifo e che non bisogna assolutamente leggere? Macchè, leggetelo, un ripasso fa sempre bene. E poi mi fanno morire le testimonianze degli americani: perdono centinaia di chili e sono felici perché possono mangiare la pastasciutta. Sono troppo…. americani! Non esistono aggettivi per descriverli!

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