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Marina, Carlos Ruiz Zafòn

Romanzo, come gli altri di Zafòn, adatto ad un pubblico giovane e ha chi ha voglia di distrarsi, dedicandosi un po’ a risurrezioni grazie a sieri estratti da farfalle nere. Perché no?

I libri di Zafon ti affascinano per il mistero in cui ti trascinano, ma anche perché ti fanno immaginare Barcellona come forse non è più: piena di vicoli in cui da un momento all’altro può saltar fuori una donna vestita di nero di cui non puoi vedere il volto, nascosto per le cicatrici causatele da una vendetta… (ma a Barcellona non ci sono mai stata, magari è ancora così!).

Un po’ feuilletton, ma carino: lo vedrei bene al cinema.

Ci sono dei parallelismi tra i personaggi, perché ci sono due storie parallele: quella di German e della figlia Marina (di cui, manco a dirlo, si innamora il protagonista Oscar), e quella di Kolvenik ed Eva. In entrambi i casi ritornano i temi delle malattie trasmissibili, dell’arte, della vita vagabonda e delle improvvise fortune economiche.

Gli ingredienti per una lettura leggera ci sono tutti.

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Canone Inverso, Paolo Maurensig

Bel romanzo, anche se (o forse proprio perché) alla fine non si riesce ad essere sicuri al 100% di chi era chi e di cosa ha fatto.

Inizia a parlare un signore (chissà chi è) da una stanza d’albergo. Ha appena acquistato all’asta un violino particolare che cercava da lungo tempo (ma non si sa il perché). Si presenta alla sua porta un uomo, dice di essere uno scrittore e vuole vedere il violino. E poi, questo scrittore racconta la strana storia di un certo Varga (ma ne siamo sicuri?), violinista molto talentuoso, che ha incontrato di recente (forse).

Tutti parlano in prima persona.

Il centro del racconto è l’amicizia tra il povero Varga, orfano di padre, e il ricco Kuno. Si incontrano in un fantomatico conservatorio, che però, lo si scopre leggendo, forse non è esistito.

Alla fine si scopre (o si crede di scoprire) chi sono questi personaggi. Ma c’è sempre una percentuale di errore. Ed è qui che sta il bello del libro e la bravura di Maurensig: il romanzo è una costruzione perfetta ispirata al Canone Inverso, il ritorno all’origine, e mentre ti diverti nelle pagine soffuse di un’atmosfera viennese vagamente maledetta, attraversi temi come l’immortalità, la paura della morte, la mancanza di senso della vita, la guerra, la passione che ti travolge eliminando qualunque altro interesse dal tuo orizzonte.

So che ne hanno tratto un film, ma da come me lo hanno raccontato, la trama era diversa dal romanzo: certe finezze non si sarebbero potute trasporre su uno schermo. Dunque, leggete il libro, che ne vale la pena!

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