Che ritratto diverso dall’idea che me ne ero fatta leggendo quel poco che mi è capitato sotto gli occhi… quello che ne viene fuori da questa biografia è un uomo votato alla solitudine ma che per tutta la vita ha sognato un cenacolo di amici per discutere di argomenti elevati; un uomo che ha distrutto la morale esistente perché la riteneva falsa ma che fino all’ultimo ha sofferto del vuoto che è derivato da questa distruzione e che ha cercato, fino alla pazzia, un sostituto adeguato alle regole morali che aveva disintegrato. Un uomo che ha lodato la guerra del 1870-71 perché ha dato una scrollata all’inedia spirituale di quegli anni, e che poi si accorge che la nuova Germania nata da quelle macerie non poteva garantire una Cultura degna di tale nome (chissà cosa direbbe delle guerre attuali…). Un uomo che è rimasto incantato da Wagner e che poi, pur amandolo, lo ha abbandonato per non rischiare di perdere la propria libertà.
Dio è morto. Nietzsche se ne è accorto. Nella nostra cultura Dio non è meno morto di allora, eppure manca la consapevolezza di questo vuoto, dunque manca la consapevolezza della necessità di un “riempimento”.
Ho fatto fatica a trovare questo libro: è fuori catalogo, ne ho trovata solo una copia in internet, me lo hanno venduto come libro antico (è del 1974, il mio anno di nascita: dunque sono antica pure io). Edizioni: il Borghese (l’altro editore che si è azzardato a pubblicarlo, anni fa, è stato Ciarrapico): editori di destra. E infatti, il sottotitolo riporta: una grande biografia del profeta della destra.
Nella versione francese non c’era questo sottotitolo: solo in Italia abbiamo bisogno della provocazione per sollevare l’interesse attorno ad un libro. Per di più, mi chiedo: perché di destra? Perché proclamava il dominio di una aristocrazia dello spirito? Perché esaltava la forza? Diciamolo: i suoi frammenti (perché di questo è composta la sua opera, tranne eccezioni) possono essere letti in molti modi, e i regimi nazionalsocialisti li hanno certo strumentalizzati. Di sicuro, se per destra intendiamo un regime votato alla restaurazione e per sinistra un regime votato alla rivoluzione dei valori esistenti, Nietzsche non rientra assolutamente nella prima categoria!! Ma queste sono solo classificazioni, un uomo non si può mai classificare senza mettere in ombra la maggior parte del suo essere. Dunque, non profeta della destra, ma, per me, profeta e basta.
E se Nietzsche fosse venuto al mondo ai giorni nostri? Io, che leggendo la biografia ho biasimato la piccineria di quelli che lo hanno abbandonato perché fuori “dagli schemi”, io avrei riconosciuto la ricchezza di questo uomo? È la stessa domanda che mi faccio ogni volta che leggo della vita di qualche grande… anima.