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La bellezza delle cose fragili – Taiye Selasi @EinaudiEditore

Il libro inizia con un uomo che muore per infarto. Kweku è ghanese, ma ha vissuto molti anni negli Stati Uniti, dove aveva una famiglia composta dalla bellissima moglie Fola e da quattro figli.

Mentre si accorge che la sua vita sta per finire, Kweku ripercorre la sua storia con Fola e, soprattutto, l’evento dopo il quale lui l’ha lasciata coi bambini piccoli.

Si tratta di una disgrazia che, ad un primo acchito, non sarebbe – secondo me, una buona ragione per abbandonare la famiglia, ma la vita di Kweku va contestualizzata, e soprattutto, bisogna tener conto della fortissima voglia di rivalsa che ha guidato ogni sua azione e ogni suo sacrificio.

Ma il romanzo, dopo la prima parte narrata dal punto di vista di Kweku, si dedica anche ai quattro figli.

Olu, il più grande, è sempre stato il più responsabile, quello più capace di adeguarsi alle aspettative del mondo. Chirurgo come il padre, ha sposato una donna cinese, ma l’abbandono del genitore lo ha segnato in modi che lui non vuole ammettere.

I due figli mediani sono gemelli: la ragazza Taiwo, e il ragazzo, Kehinde, sono bellissimi. La loro avvenenza non passa mai inosservata. Anche loro però sono segnati dall’abbandono del genitore perché la madre ad un certo punto si è trovata in grosse difficoltà e li ha mandati a vivere in Nigeria dal ricchissimo fratellastro.

E’ proprio in questa nuova casa che vivranno l’esperienza che li allontanerà, proprio loro due, che riuscivano a comunicare senza aprir bocca.

Infine c’è la più piccola, Sadie, “a cui piacciono le donne”, affetta da bulimia.

Tutti e cinque si ritroveranno in occasione del funerale di Kweku: sarà un incontro in cui tutti i non detti saliranno a galla, anche se in modo delicato, quasi una presa di coscienza che aveva bisogno della compresenza di tutti i protagonisti.

Le caratteristiche principali del romanzo del romanzo sono la lentezza – che si traduce in profondità psicologica e ricchezza di dettagli – e la prosa poetica – quando inizi una frase, non sai mai come va a finire, perché non c’è niente di banale.

Non un libro per tutti, e anche per quei pochi, è da leggere nel momento giusto, quando si è tranquilli e non si cercano facili svaghi.

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