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Ho sposato una vegana – Fausto Brizzi

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Da vegana al 98% dico subito che questa Claudia è una straccia-organi-genitali da evitare come la peste. Poi ci meravigliamo che gli onnivori si mettono sulla difensiva. Una terrorista del genere dimostra intelligenza pari a -100, perché non ha ancora capito una mazza di come funziona la psicologia umana, italiana in particolare.

Siamo convinti che l’alimentazione vegana (o almeno tendenzialmente tale) sia la migliore per l’ambiente e il corpo? E allora non puoi divulgarla come fa questa signora, perché questa non si chiama divulgazione: si chiama mettere le persone sulla difensiva. Anche quelle che sarebbero disposte ad ascoltare quanto male fanno la carne e i latticini.

I miei complimenti a Fausto Brizzi per la sua pazienza (rinforzata certo dal fatto che la sua salute e il suo livello di energia sono migliori, quando segue una certa linea alimentare, come lui un po’ a malincuore ammette).

Gli estremi vanno sempre evitati. Sempre. Non ci si può arrabbiare come ha fatto Claudia se il gatto del vicino attacca una lucertola e il Pronto Soccorso Animali Esotici ti sbatte il telefono in faccia perché si è rifiutato di intervenire (vi prego, ditemi che questo episodio è inventato).

Rimanendo nell’ambito alimentare, lo dico, dopo aver letto libri e libri in materia, di tutte le correnti (vegane, onnivore, crudiste, mediterranee, low-fat, high-fat, alto contenuto proteico, basso contenuto proteico, senza glutine, alto contenuto di carboidrati, digiuno, Kousmine, Gerson, pescivori, PH alcalino, gruppi sanguigni, China Study, McDougall, Esselstyn, Pollan… e tanti, tantissimi altri): NON esiste la certezza assoluta (non esiste!) che l’alimentazione vegana TOTALE sia la migliore per l’essere umano.

Dunque, ognuno si regoli per conto suo. Questo significa: INFORMARSI. LEGGERE. ANCHE DISCUTERE.

Ma non rompere le palle. Non far terrorismo psicologico. Non indignarsi se uno ha la Nutella in casa. Non mettersi a piangere se il gatto ha ucciso una lucertola.

Di questi vegani qui, il veganesimo può far a meno.

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La mia ricetta anticancro, Odile Fernàndez Martinez

Anche se ho letto altri libri sull’argomento, e anche se la parte sull’alimentazione è molto simile in ognuno di essi (mettetevela via: si va dal semivegetariano al vegano, con riduzione di zuccheri semplici e prodotti industriali, qui non mi ripeto, ma leggete il libro), si impara sempre qualcosa di nuovo.
La Fernandez ha spaziato non solo dall’alimentazione alla meditazione, alle tecniche naturali, alle radiazioni (attenzione ai cellulari), all’inquinamento (aprite le finestre!), ma mi ha fatto imparare alcune cosette sui prodotti che usiamo per la pulizia e per la cosmesi.

A proposito di cosmesi, se vogliamo evitare alcuni prodotti pieni di parabeni, petrolati, peg and co, anche qui ho trovato alcune ricette per deodoranti, oli, balsami… qui vi riporto la maschera per il viso alla pesca, perché è quella dove non servono prodotti strani (tipo cera d’api, cocamidopropil betaina o lanolina):

50 g di pesca
30 g di olio di oliva
Frulla la pesca insieme all’olio di oliva. Scalda il composto per 2 minuti a fuoco basso. Lascia raffreddare prima di applicare sul viso.

Altro? Per esempio, non sapevo che è meglio evitare il talco. E anche la placenta, quando la troviamo nei cosmetici! Ma mi ha fatto anche riflettere su quanti ettolitri di creme solari chimiche vengono scaricate in mare ogni anno attraverso la nostra pelle… lo sapevate che le creme solari spesso contengono nanoparticelle che hanno lo scopo di penetrare direttamente nel circolo sanguigno?
Per non parlare del dentifricio!
Quello su cui mi rimane ancora il dubbio è la depilazione: dice: “L’ideale è la lametta. Contrariamente a quanto vogliono le leggende urbane, i peli non cresceranno più robusti e forti.”
Questa mi risulta proprio nuova!!

Consiglio per scacciare le formiche evitando i pericolosi (anche per noi) spray chimici: spargere granelli di pepe di Cayenna, chiodi di garofano macinati e aglio, spruzzare un po’ di limone fino all’entrata del nido. Io sapevo che bisogna usare la calce, per far morire le formiche di emorragia… ma un rimedio vale l’altro, pur di evitare di annusarci tutti i veleni che ci pubblicizzano così volentieri.

L’autrice, che è passata personalmente attraverso il cancro alle ovaie e a varie metastasi con tanto di chemio, è un medico, dunque una voce doppia in capitolo ce l’ha, e se parla di Moxacombustione, terapie alternative ed erbe, lo fa sempre con cognizione di causa, senza mai distogliere l’attenzione dalle terapie convenzionali, ma incitando il lettore a istruirsi sulla propria malattia. Anzi: a istruirsi sulla propria salute, che dovrebbe essere lo standard!

la Fernandez ci parla di Gerson, Kousmine, Yoga, agopuntura, reiki, visualizzazione… poi un’altra che mi mancava: sembra che ci siano degli studi sulla cura del cancro attraverso…. il latte materno! Lei stessa è diventata figlia di latte di alcune sue amiche. Insomma, tutto quello che non le faceva male, lei lo ha provato, affiancandolo alle cure convenzionali.
L’unica cura convenzionale che non ha accettato, e che invece faceva parte del protocollo per il suo tipo di tumore, è stata la chirurgia che le avrebbe asportato ovaie e compagnia bella, perché voleva un altro figlio. Nonostante le statistiche che le davano contro, lei è riuscita ad averlo, questo secondo figlio!

Ultima cosa che non sapevo ma che non mi sorprende: l’OMS ha dichiarato che il lavoro notturno è cancerogeno. Avevo letto un libro anni fa, “Il tempo rovesciato” che parlava del lavoro notturno delle donne e dei problemi che dava, ma non avrei mai pensato che un’organizzazione mondiale si sarebbe espressa in termini così chiari.

Finisco con una piccola confessione: mi sono commossa leggendo i ringraziamenti.
Non c’è niente da fare, da quando sono diventata mamma sono diventata pure melensa, e se si parla di sentimenti madre-figlio, mi colano le lacrime…

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Il programma nutrizionale del dottor Gerson per malattie c.d. incurabili

Io in realtà ho letto “The Gerson Therapy – the proven nutritional program for cancer and other illnesses” di Charlotte Gerson e Morton Walker, ma non credo sia stato tradotto in italiano. Ad ogni modo, la terapia è quella: succhi di frutta e verdura (13 bicchieroni al giorno), enteroclismi al caffè, più una serie di integrazioni di vitamine e altre sostanze.
Alimentazione vegana con qualche eccezione, bando ai grassi, alle farine bianche e agli zuccheri aggiunti. Vegetali assolutamente biologici.

Non sta a me dire se funziona o no, io riporto solo quello che ho letto. Certo che le testimonianze parlano non solo di tumori giudicati inguaribili dall’establishment medico (melanomi, tumore ai polmoni, al seno, ecc…) ma anche altre malattie, come quelle cardiache, il diabete, lupus & C, e addirittura la sclerosi multipla.
Non è un regime facile, per ammissione della stessa Charlotte Gerson, figlia del dottor Gerson, che è arrivato alle conclusioni esposte in questo (e altri) libri tramite l’applicazione diretta sui pazienti, quando ancora la scienza non poteva testare le proprietà di certi alimenti.

Sono privilegiati i succhi di carota e mela insieme (anche perché la mela contiene pectina che aiuta l’assimilazione delle proprietà della carota), e i succhi verdi. Ovviamente, i succhi non sono ottenuti con la centrifuga o col VitaMix: serve uno strumento che è al tempo stesso sminuzzatore ed estrattore di succhi (la fibra non può essere assunta in queste quantità, altrimenti non ci sarebbe più spazio nello stomaco).

Riporto qui una ricetta, o La Ricetta, osannata dalla Gerson come super depurativa:

ZUPPA DI IPPOCRATE
Sedano, radice di prezzemolo (se disponibile), aglio nella quantità desiderata, due piccoli porri, due cipolle medie, pomodoro, patata. Si cucina tutto lentamente con poca acqua per un paio di ore (attenzione: non pelare nulla), poi si passa tutto nel mixer. Si può conservare un paio di giorni in frigo.

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