Come potevo non leggere questo meraviglioso libretto del 1929? Anche se non è un libro autobiografico. Parla della gioventù di un ragazzo nell’odiata provincia, lontano da Pietroburgo, in mezzo a gente ignorante, profittatrice, falsa, e chi più ne ha, più ne metta.
(…) gli uomini con cui vivevo in questa città mi riuscivano uggiosi ed estranei e a volta persino disgustosi. Non li amavo e non li capivo.
Il giovane è stato ripudiato dal padre perché non riesce a tenersi un lavoro: “Non devi rimanere neppure un giorno senza posizione sociale!”, gli si dice. Ma che lavoro? Il padre lo vorrebbe impiegato in un ufficio, o comunque impegnato in un qualunque lavoro intellettuale, ma lui non riesce a tenersi un lavoro del genere neanche a colpi di stipendio. Preferisce darsi al lavoro manuale, imbiancare tetti, vivere vestito di stracci e frequentare poveracci che lo insultano ad ogni piè sospinto.
Eppure riesce a sposare Mascia, una giovane della buona società, infarcita di ideali e di libri, che vede in lui l’uomo del popolo che rappresenta la forza della Russia. E per un po’ vanno pure d’accordo. Salvo che lei si accorge subito di quanto i contadini le rendano la vita difficile con i loro schiamazzi, le loro pretese e le loro incomprensibili lamentele e assurde richieste di vodka. Inutile dire che non dura, e questa bella moglie se ne torna nel mondo a cui appartiene per dedicarsi al canto e alla socialità.
Anche la sorella del protagonista fa una brutta fine: da sottomessa al padre e ai doveri familiari, si innamora e si fa mettere incinta da un medico sposato che non ci pensa proprio a mollare la moglie per stare con lei.
La breve storia finisce con l’immagine del protagonista che si allontana dal cimitero dove ha portato la nipotina a vedere la tomba della madre; e si allontana anche da una donna che è innamorata di lui da anni, ma che neanche osa sognare di stargli accanto, visto il lavoro manuale che fa.
E’ in mezzo a questa gente che uno scrittore può coltivare la sua attenzione per le persone vere e i veri ideali:
Per quanto il contadino sembrasse una bestia goffa mentre seguiva il suo aratro, per quanto si ubriacasse di vodka tuttavia, guardandolo da presso, si avvertiva che vi è in lui qualche cosa di molto necessario e di molto importante, che non c’era per esempio, in Mascia e nel dottore; e precisamente che egli crede che la cosa più importante su questa terra è la verità e per ciò, sopra ogni cosa al mondo, ama la giustizia.