“Un borghese piccolo piccolo” mi era piaciuto tantissimo, un piccolo gioiello.

Questa raccolta di racconti invece mi è piaciuta a intermittenza.
Niente da dire ovviamente sullo stile, che ti fa subito entrare nei personaggi e nei luoghi con pochi tratti.
Ma sono rimasta perplessa sul significato da attribuire ad alcuni racconti.
Quello che mi è piaciuto di meno è stato “La storia a strisce”, dove un fumettista, non conoscendo molto del passato della propria donna, se ne inventa uno pieno di sesso e comportamenti assurdi. Forse il senso è: ecco a che livelli si arriva quando non si parla direttamente con il proprio partner.
Sì, ripensandoci, può essere una buona interpretazione: avete presente tutti quelli che scrivono frasi sibilline nei social? Beh, sono tutte dirette a delle persone ben specifiche in seguito a degli eventi altrettanto specifici. Invece di chiarire con la persona in causa, si mettono frasi in post che – puntualmente – si riempiono di like e cuoricini, anche se nessuno capisce di cosa si sta parlando.
Altri racconti sono più puntuali: “Lo zio” ad esempio, dove il nipote, che si è trasferito dal vecchio parente, aspetta che questi muoia per impossessarsi di tutto quanto.
Nel racconto “Gli elefanti”, una famigliola fa una gita in montagna: il bambino è stato adottato (forse in modo non del tutto legale) dal ricco uomo d’affari, non è mai stato in montagna, ma quando stanno per arrivare in cima, il bambino parte per conto suo e semina i genitori. L’uomo, mentre lo segue senza fiato, incomincia a maledire il piccolo ingrato.
Il racconto che mi è piaciuto di più è stato “Il sapone”.
Il protagonista è l’autista di un uomo ricchissimo. Vive con lui da anni, è la sua ombra, conosce tutti i suoi altarini. Una sera che il magnate si sente male in seguito a un’intossicazione alimentare e il fido autista lo porta a casa.
Uno si aspetta che il tizio chiami un’ambulanza o un medico, e invece questo chiama il dottore del suo stabile, perché, dandogli la possibilità di curare una persona così importante, si meriterà la sua riconoscenza, che non fa mai male.
Mentre il miliardario è incosciente, la moglie dell’autista si appropria della casa con la scusa di aiutare la cameriera: organizza addirittura una festa per il compleanno del figlio, con la speranza che il bambino veda come vivono i ricchi e sia ispirato a darsi da fare per raggiungere obiettivi più elevati.
Insomma, attorno a questo malato succede un po’ di tutto, ma nessun parente né amico viene a trovarlo.
Tutti ammirano la casa e i soldi del moribondo e nessuno si accorge che in realtà questo disgraziato sta morendo da solo.
Attualissimo.