Sulle copertine dei libri, per correttezza, dovrebbero scrivere se l’opera che hai in mano è parte di una serie… Questo è infatti solo il primo volume di una trilogia che, nonostante mi sia piaciuto l’inizio, non so se leggerò fino alla fine.
L’idea di base è molto buona: a causa di un incidente in un laboratorio che studia le microparticelle, la scienziata Emily si ritrova in un mondo in cui sono tutti morti. Lei pensa subito all’Inferno, ma l’aspetto è quello di un ambiente retrogrado, con poco sole, punteggiato di capanne e alla mercé del più forte.
Non solo: quando Emily, davanti agli occhi di tutti, è scomparsa dal laboratorio, al suo posto è comparso (e subito scappato) uno degli abitanti di quel mondo sconosciuto, un pluriomicida che è necessario riprendere se si vuole far tornare la scienziata nel suo mondo.
Il ragazzo di Emily, John, ex berretto verde e capo della sicurezza, si fa mandare nell’altra dimensione per andare a prenderla, e lì, sia lei che lui incontrano vari personaggi del passato.
Perché all’inferno sono tutti morti, dunque non muore più nessuno: puoi trovarti davanti Stalin o un uomo di Neanderthal, Garibaldi o Cromwell… restano poco chiari i motivi per cui all’inferno si trovino, appunto, un patriota come Garibaldi, o altri personaggi meno conosciuti che sono, tutto sommato, buoni, nei confronti dei protagonisti.
Glenn Cooper, per spiegarlo, fa dire a qualche abitante che le regole dell’inferno non si possono conoscere, ma questo è un escamotage che fa perdere punti al libro.
Dunque l’idea di fondo è buona. E’ interessante anche l’interazione tra personaggi di diverse epoche storiche, o che si sono conosciuti in vita e i cui rapporti erano pessimi. Particolare anche l’idea delle camere di decomposizione (non vi dico a cosa servono, sennò spoilero).
La trama, però, a parte la buona idea iniziale, dopo un po’ decade, perché alla fine è sempre John che cerca Emily tra una guerra e l’altra, cercando di districarsi nelle battaglie e aiutando i locali a inventare nuove armi.
Inoltre, il mondo dell’inferno si rivela un mondo normale, solo più incattivito: ci sono ancora i re che lottano tra loro per dominare più paesi possibili, i libri e le arti sono merce rara e le donne sono vendute come schiave perché ne arrivano poche.
Infine, i personaggi sono molto stereotipati: i protagonisti sono sempre bellissimi e intelligentissimi. Se John ha qualche inclinazione per l’alcool, ormai il difetto è trattato in modo da sembrare quasi un lato simpatico del suo carattere… per il resto, John ed Emily sanno tutto: arti marziali, filosofia, scienza applicata, balistica, storia antica ecc.
Ciò non toglie piacevolezza alla lettura: in tre giorni l’ho finito!
Un appunto a Glenn Cooper: leggiti meglio Machiavelli. Quando John lo incontra e lo chiama sporco bastardo, mi son sentita offesa. Il suo era il punto di vista di un militare americano che si è limitato a leggere il bignami “Il principe”… ne deduco che, se lo vede sotto questa luce negativa, neanche Glenn Cooper l’ha letto per intero, e questo, per uno scrittore, è un grosso difetto.