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La dieta che allunga la vita, Josep Lluis Berdonces

Di saggi in materia nutrizionistica ce ne sono tanti, ormai, per metterne in circolo ancora. Dunque non so che senso abbia pubblicare libri come questo che non dicono nulla di nuovo e che, per di più, non riportano nessuna fonte ufficiale.

Ma… per chi si approccia all’argomento per la prima volta, anche questo semplice libretto va bene!

L’autore è laureato in medicina (interessante che non scrivano “medico”) ed è specializzato in fitoterapia, dunque dà molto peso agli enzimi e ai cibi naturali e/o crudi, germogli inclusi, e fa precedere il tutto da un’introduzione generale sul funzionamento del corpo umano.

Segue una lista di malattie con relative spiegazioni e una lista di nutrienti con relative funzioni.

Ci sono però anche affermazioni un po’ controverse, come quando dice che il pane (glutine incluso) è un ottimo alimento e che i latticini e i succhi di frutta vanno bene, senza specificare meglio. O ad esempio quando dice che il pane di segale non offre vantaggi rispetto al pane bianco… a me risultava che avesse un carico glicemico più basso, ma nel libro questo aspetto non viene approfondito.

Insomma, non mi ha entusiasmato.

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Alimentazione naturale, Valdo Vaccaro

imageSe questo doveva essere, come dichiarato dall’autore, un testo di divulgazione dei principi dell’igienismo naturale, allora ha toppato del tutto.
Non si può essere così prolissi! Ripete i concetti dieci volte con parole diverse: sempre le stesse cose! Ho capito che gli animali sono nostri amici e sono indifesi, che questa è la nuova schiavitù, che bisogna evolversi, ma dopo che lo hai detto in sette punti diversi, evolviti pure tu, vai oltre…
Sono vegana e sono convinta che incrementando l’alimentazione a crudo i vantaggi siano innumerevoli ma un libro del genere ho fatto fatica a finirlo.

Se poi si vuole davvero divulgare l’igienismo, la cosa più sbagliata che si possa fare è essere ironici o sarcastici sull’alimentazione carnivora/onnivora. Questo non favorisce il dialogo. Una persona che mangia carne e latticini, che pur era ben disposta perché ha comprato il libro, quando si trova davanti a certe battute è autorizzata da me a chiudere il libro e a regalarlo su bookmooch, cavolo.

Etica e karma sono trattati in modo così prolisso che sembra di ascoltare un sermone. I dati scientifici (forse il temine in questo contesto è incorretto) sono nulli: se si fa eccezione per l’esperimento di Cambridge, le citazioni igieniste non sono accompagnate dalla spiegazione del tipo di esperimento portato avanti. Belle le frasi che si leggono, ma non convincono chi è abituato a prendere pastiglie per l’acidità di stomaco o a farsi vaccinare contro l’influenza. Se riuscissi a far leggere queste quattrocento e passa pagine a mia suocera, che risultato otterrei? Riuscirei a convincerla a preparare meno pasti a base di spezzatino per mio figlio quando va là a mangiare?
NO!

Questo volume riesce ad esacerbare toni già abbastanza alti, onnivori da un lato, vegani dall’altro: non va.
Sono convinta che l’alimentazione vegana sia migliore dell’onnivora occidentale come è oggi intesa, ma Vaccaro è troppo sarcastico, tratta gli onnivori da ignoranti e glielo fa pesare. Siamo tutti ignoranti: se qualcuno sa qualcosa più di altri, deve avere l’umiltà di esporlo in modo accattivante.
E anche preciso, però: non si può scrivere che Norman Walker è vissuto fino a 116 anni lavorando sul suo orto e nutrendosi di succhi verdi quando dai registri di nascita e morte risulta che è vissuto fino a 99 anni.
99 anni è una veneranda età, non c’è bisogno di arrotondarla; con l’esecrabile conseguenza che se un onnivoro si accorge dell’ingenuità, poi mette in dubbio (magari a torto) anche tutto il resto del libro.

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Le 100 regole del benessere, Fabrizio Duranti

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Libro commerciale, vabbè, ma me lo sono trovato davanti in libreria e l’ho preso. Qualcosa di buono si impara sempre. Per esempio: lasciate qualche spiffero, ogni giorno, così vi liberate del radon, gas radioattivo che prolifica nelle nostre case!

Per i miei attuali interessi, ho trovato poco interessanti i capitoletti relativi a “pensiero e azione” (in pratica puntavano sulla capacità di organizzarsi quotidianamente), “mente e meditazione” (troppo superficiale” e il “diario di Sonia Grey” (una come tante, perché dovrebbe interessarmi di più la sua esperienza piuttosto di quelle delle persone normali sparse per il libro?).
Però i capitoli sulla disintossicazione sono sempre un bello stimolo.

L’ideale sarebbe consumare sempre cibi crudi, dato che sono in grado di garantire uno stato di salute eccezionale, oltre a mantenere il corpo pulito e libero da ingorghi. Mangiare ogni tanto, per un giorno intero, solo frutta e verdura cruda non condita e in quantità abbondante, è un ottimo modo per sciogliere le tossine accumulate e per pulire l’intestino.

Chi l’ha scritto, non è un vegano crudista.

Poi, altro punto importante: evitate l’alluminio!! NON comprate pentole di alluminio! Buttate quelle che avete! Prima o poi qualche particella ci finisce nel corpo.

Il boom dell’alluminio è iniziato dopo la prima guerra mondiale, quando le industrie belliche cominciarono a modificare i loro cicli di produzione costruendo stoviglie e utensili di ogni tipo grazie alla duttilità e malleabilità di questo materiale.

Molte ricerche hanno notato che c’è una correlazione tra la presenza di alluminio nel corpo (presenza che dovrebbe essere zero, il nostro corpo non ne ha bisogno!) e malattie quali Alzheimer, Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, sclerosi multipla, demenza, ecc…
Vedete un po’ voi.

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Le virtù terapeutiche dei frullati verdi, Victoria Boutenko

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“Inspiring” è l’aggettivo giusto per questo testo.
Victoria Boutenko, prima di approdare al “frullato verde: I love you!” era crudista: dunque già una persona (anzi, una famiglia!!) con un bel livello di consapevolezza alimentare e altrettanto bel livello di determinazione nel portare avanti le proprie scelte. Ma ad un certo punto, si è accorta che la sua salute, pur essendo buona, non era ECCELLENTE.

Eh, qua è difficile spiegare cosa si intende per salute eccellente, quando tutta la gente che mi sta attorno è contenta se l’influenza gli dura una settimana anziché dieci giorni, o se il colesterolo è a 201 al posto di 240… Ma rimando al libro.

Quello che mi è piaciuto, è il modo in cui la Boutenko è passata ad integrare la sua dieta crudista con i frullati verdi: studiando le abitudini alimentari degli scimpanzé. Giustamente, se condividiamo con questi primati il 99,4% del patrimonio genetico, dovremmo condividere con loro anche il 99.4% della loro alimentazione!
E così l’autrice si è accorta che gli scimpanzé mangiano frutta solo per circa un 50%, ma poi mangiano quasi un altro 50% di foglie verdi.

Lei ci ha provato.
Non c’è altro modo per sapere cosa succede se si introducono le foglie verdi nella propria dieta: non ci sono ricerche scientifiche che hanno creato gruppi di controllo e gruppi di studio, non ci sono dottori che lo hanno imparato nei libri all’università.
Bisogna provare.
E a quanto dice, le si sono addirittura ridotte le rughe! (Questo mi interessa parecchio!!) E suo marito ha visto i suoi capelli e i suoi baffi perdere i peli bianchi a cui si era ormai abituato (E anche questo mi interessa super parecchio!!)

Evabbè, cosa volete… io ci provo. Un frullato al giorno. Non di più.

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Meglio crudo, Rosanna Gosamo

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Una buona introduzione che tocca più o meno tutti gli aspetti del crudismo: convincente per introdurre più pasti crudi nella propria dieta (ma per quanto mi riguarda, non sufficiente per farmi fare il grande passo, mi fermo al veganismo).

Devo ammettere che non mi piacciono tutti i punti esclamativi che ho trovato durante la lettura, soprattutto perché provengono da una persona che è crudista da soli quattro anni. E penso sia un difetto la mancanza di una bibliografia a fine libro (ci sono sì dei riferimenti, ma sparsi per i vari capitoli, e ogni volta che mi manca il nome di un autore devo cercarmelo sfogliando qua e là).
Ma c’è di buono che l’autrice non è una di quelle che ti propina la morale demonizzando le scelte di onnivori e vegetariani. E’ inoltre equilibrata nel suggerire gli attrezzi che possono servire per i crudisti (dice che il Vitamix è molto buono ma non ti dice che non puoi star senza; dice che l’essiccatore serve più ai neofiti e meno ai crudisti di lungo corso; l’elenco generale degli attrezzi comprende pezzi che ognuno di noi ha nella propria cucina).

Analizza un po’ tutti gli ingredienti (dalle alghe ai semi, dai superfood, ai grassi). Come ogni crudista che si rispetti, ritiene che i legumi e i cereali non facciano parte di un’alimentazione perfetta.
Ma io continuo a chiedermi: e gli orientali che mangiano riso e soia da millenni e stanno meglio di noi?

Più leggo libri in materia e più mi convinco che non esiste l’alimentazione perfetta: il corpo si sa adattare. Basta non esagerare e darsi a un macrocomponente a discapito degli altri (o tutti grassi, o tutti carboidrati, o tutte proteine). E sì all’alimentazione PREVALEMENTEMENTE vegetariana.
Se poi io ho optato per il vegano, dipende dal mio carattere: o tutto o niente. Non so mangiare un solo krapfen. Né una sola fetta di formaggio. Dunque, piuttosto di mangiarne a chili di entrambi, meglio eliminarli del tutto. I macronutrienti me li garantisco comunque con gli alimenti vegetali.

Mi lascia un po’ interdetta la parte finale del libro, in cui l’autrice parla di altri aiuti naturali alla disintossicazione. Sì, di meditazione, enteroclismi e yoga si parla anche in altre opere sulla nutrizione, ma qui si va dalle frizioni fredde ai bagni d’aria, dall’oil pulling per sciacquarsi la bocca alla routine energetica… tocchiamo il metafisico. D’altronde non ho ancora ben capito che lavoro faccia la Gosamo: la biografia dice che in laboratorio si è occupata di esami di base e di biologia molecolare. Dunque fa la biologa? Non mi dice molto la lista dei suoi interessi: dinamica mentale, Eft, Reiki, Vivation, astrologia psicologica (!?!), Pranic Healing, Transurfing, Medicina Energetica… ma sono tutti argomenti in cui sono ignorante.
Molto ok, invece, dal mio punto di vista, il master in Plant-Based nutrition alla fondazione di T. Colin Campbell, uno dei miei miti.

Sebbene da quanto scriva sembra che io giudichi in modo negativo il libro, non è affatto vero: ripeto, è una buona introduzione al crudismo, sono contenta di averlo letto e ho già provato un paio di ricette.

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