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Anatomia di un istante, Javier Cercas, tradotto da @PinoCacucci1

(Me esfuerzo con la version en espanol de bajo)

Non ho ancora finito di leggerlo, ma si preannuncia un libro denso, dunque meglio che ne anticipi i contenuti.

Il 23 febbraio 1981 c’è un tentativo di colpo di stato in Spagna: il colonnello Tejero entra nel parlamento di Madrid durante una votazione. Ci sono degli spari a vuoto: tutti si nascondono sotto gli scranni. Tutti tranne il primo ministro Juarez, il tenente generale Mellado e il segretario del partito comunista Carrillo.

Cercas era poco più che adolescente quando è successo. Di quell’evento gli sono rimaste impresse due cose: innanzitutto, che di tutto il parlamento, solo tre persone non si siano nascoste (e, ci fa notare Cercas, molti parlamentari erano reduci di guerra); in secondo luogo, che nessuno si mostrò davvero indignato per quel tentativo antidemocratico, nessuno fece niente per farlo fallire (e se fallì, fallì per altri motivi).

La Spagna era uscita da pochi anni dal franchismo e si trovava nel mezzo di una transizione verso la democrazia. A prendere le redini della transizione era stato proprio Juárez, che però non poteva nascondere i suoi passati legami col regime.

Le transizioni sono difficili. Il paese si trovava ad affrontare una profonda crisi politica ed economica, senza contare il fatto che Juárez, stanco e demotivato, si sentiva attaccato su tutti i fronti: dai giornalisti, dagli imprenditori, dai finanzieri, dalla destra, dalla sinistra e dal suo stesso partito di centro.

Ma anche dal clero, che in passato l’aveva sostenuto ma che molto probabilmente era informato del tentativo di colpo di stato prima che avvenisse, e che non fece nulla per mettere in guardia le “vittime”. Perché? Ebbene: le alte cariche della Chiesa Cattolica se l’erano presa perché Juárez era stato poco convincente nell’impedire l’emanazione della legge sul divorzio… bella gente, il clero.

E sicuramente anche gli Stati Uniti sapevano in anticipo del golpe. L’allora ambasciatore statunitense Terence Todman si era incontrato pochi giorni prima in segreto col generale Armada, il fautore del golpe. Sicuro è che la Spagna in quei mesi dava fastidio agli USA: tutto il mondo andava verso destra (Tatcher, Wojtyla, Reagan), mentre la Spagna cercava la sua strada indipendente, addirittura legalizzando il partito comunista.

La politica spagnola non rientra nei miei interessi abituali, però mi appassiono alle manovre sociali e internazionali. Guardate: clero e USA si comportano ovunque allo stesso modo, devono imporre la loro visione, e non gliene frega niente di cosa vuole la gente.

E nessuno se ne rende conto.

In questa situazione, ci meravigliamo se in un paese c.d. europeo i militari cercano di prendere il potere senza che nessuno alzi la manina per esprimere la propria contrarietà?

Quel colpo di stato era in gestazione da mesi, se non da anni. Cercas ha raccolto una montagna di documentazione e si è accorto che tutta la stampa e le comunicazioni mediatiche precedenti al golpe, traboccavano di termini come “cambiamento di rotta”, “colpo di spugna”, “virata”, “colpo di bisturi”.

Le parole, insomma, non sono aria che esce dalla bocca: hanno delle conseguenze. Soprattutto se sono scritte.


23 Febrero 1981: tentativo de golpe en Espana.

El Coronel Tejero entra en el parlamento de Madrid durante una votacion. Hay disparos (pero ningun herido): Todos se ocultan. Todos excepto el primer ministro Juárez, el teniente Mellado y el secretario de el partido comunista Carrillo.

Cercas era poco mas que un adolescente en aquellos dias. De eso el se acuerda dos cosas: qu solo 3 personas no se sean ocultada (cuidado: muchos parlamentares eran veteranos); y que ningun se levantò con indignacion frente de eso golpe. Todos esperaban que qualquier cosa pasese, sin hacer nada.

Es Espana la dictatura se acababa de terminar hace unos anos; eran en un periodo de transicion, e de eso se era cargado Juárez, que pero no podia ocultar su recien relaciones con el regime.

Todos transiciones son difiziles. Habia una profunda crisi politica y economica. Juárez, canseado y desmoralizado, se sentia golpeado por todas las partes: de la prensa, de los industriales, de la finanza, de los conservadores, de los liberales y de su mismo partito.

Y la iglesia? Atras, la iglesia lo habia ayudado; pero aquel dia no dize nada a pesar de que es probable que habia sido enformada de antemano de el golpe. Porque? Porque estaba enfadada lluogo de la emanacion de la ley sobre el divorcio. Hermosa, la iglesia.

De seguro, tambien lo s Estados Unidos supean, pero estaban enfadado porque la Espana, a pesar que todo el mundo se volvea conservador (Tatcher, Wojtyla, Reagan), se volvea de modo indipendiente (por exjemplo, habia legalizado el partito comunista).

No pasò nada, la democracia sobreviviò, a pesar de los USA y de la Iglesia, que quieran siempre hacer sus quehaceres…

Pero… y eso no concerne solo Espana: ningun se queja de un tentativo de golpe? Todos miran los hechos en la Tele y ningun hace nada?

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Racconto autobiografico, Eugenio Scalfari @espressonline @repubblica @Robinson_rep @einaudieditore

Il bello delle (auto)biografie di personaggi pubblici è che, oltre ad appassionarti come romanzi, ti fanno ripassare la storia recente di un paese. In questo caso, il mio, di paese, dove, sembra strano, ma nominare Calvi, De Lorenzo, Logge massoniche e compagnia bella fa sgranare gli occhi ai rappresentanti delle giovani generazioni, che questi nomi li hanno sentiti solo vagamente nominare (visto che i programmi scolastici non li comprendono mai).

Ho letto dell’infanzia fascista di Scalfari, della sua Calabria contadina e del contrasto con quella di oggi, del suo primo lavoro come direttore di una casa da gioco (!) e in una banca, e poi, finalmente, come giornalista a L’Espresso.

Scalfari ci parla del Piano Solo, il tentativo di colpo di stato che, ci dice, è stato il suo giornale a smascherare. Ci parla della fondazione di Repubblica e delle idee che sono alla sua base.

Ci parla però anche delle sue vicende più intime: i rapporti tra i suoi genitori, le due donne della sua vita. Questo è comunque l’ambito in cui si fa più reticente, non ti dice nulla che già non si potesse sapere: e io rispetto la sua scelta.

Un moto di fastidio l’ho provato quando ha raccontato della sua esperienza come parlamentare. Ammette che dopo un po’ ha perso slancio, si è annoiato, ha lasciato scemare l’impegno in aula. Mi son detta: ecco un altro che approfitta della sua elezione, si prende i soldi e lascia andare alla deriva tutte le nostre idee sul valore della politica e della rappresentanza popolare.

Nessuno è perfetto. Ma almeno Scalfari sembra esser stato sincero.

Tramite il giornalista incontriamo i lati poco conosciuti di Moro, La Malfa, Gianni Agnelli, Andreotti…

Insomma: storia recente.

Un ripasso necessario, ogni tanto, per cercare di capire (ma cercare soltanto) come siamo arrivati allo scatafascio di oggi.


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Ho scoperto cos’è il coefficiente di lettori: per ogni giornale (ma probabilmente lo stesso discorso si può fare per ogni tipo di carta scritta) ci sono degli acquirenti, ma i lettori di solito sono di più.

Questo, se il coefficiente di lettori di un giornale è elevato, mi porta a fare due considerazioni:

  • il giornale ha un buon livello di influenza (è un influencer, diremmo oggi)
  • ma quanti scrocconi ci sono in giro?

 

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