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Cibo per il corpo nutrimento per lo spirito, Donald Altman


A differenza dei libri letti fino ad oggi, questo non parla di cosa mangiare, ma di come.
E’ organizzato in 365 paginette, ognuna incentrata su un aspetto, sebbene poi tutti si riconducano a dei concetti base: preparazione dei pasti, approccio, pasto, comunione, rituale e congedo. Ogni pagina/giorno presenta una frase di un autore conosciuto (Buddha, scrittori vari, Papi, poeti, giornalisti…), poi c’è la riflessione di Altman e infine un suggerimento riassuntivo.

Probabilmente risente della nazionalità dell’autore, che fa riferimento alle tipiche festività americane, inoltre non mi pare che in Italia la gente (tranne le signorine fissate con la linea e la bilancia) sia particolarmente ossessionata dalla dieta e dal cibo, come risulta da questo libro.
E ammetto che spesso i consigli sono ripetitivi, perché alla fine si tratta sempre di essere consapevoli di quello che si mangia, del perché e del modo, con tanti inviti alla respirazione e alle camminate post-prandiali. Ma in fondo: le cose da fare le sappiamo tutti, no? Per forza sono sempre quelle. Mangiare sano, leggere gli ingredienti, evitare zuccheri e grassi, fare moto eccetera eccetera eccetera… eppure nessuno lo fa. Dunque ben vengano libri motivanti come questo, che tra l’altro ha un approccio molto commerciale, facile da leggere, con tanti aforismi e spazi vuoti.

Personalmente mi è stato utile per quanto riguarda la consapevolezza non durante i pasti, ma per il prima e il dopo pasto, ovverosia per la preparazione dei piatti e per la pulizia della cucina, tutte attività che consideravo obbligatorie e pesanti, mentre se intraprese con uno spirito di generosità e attenzione possono essere piacevoli.

Riponete gli attrezzi di cui non avete bisogno, mettete via la caffettiera e altri apparecchi solitamente riservati alle occasioni in cui avete ospiti, sgombrate lo spazio in modo che ciò che rimane non sia in disordine e d’intralcio.
In questo modo, sarete i custodi della vostra cucina e della consapevolezza.
Eliminate la confusione in cucina per lasciare spazio alla creazione del pasto.

Quello che a me manca, e che continua a mancare anche dopo la lettura di questo libro (forse sono troppo terra-terra, diciamolo) è l’aspetto rituale. La preghiera o la lettura prima del pasto, quella che dovrebbe farci entrare in un virtuale luogo sacro e aprirci alla spiritualità del momento, non mi attira. Non mi ci vedo a recitare (ma neanche a pensare) una poesia o un versetto prima di infilzare la forchetta nel burger di soia.
Ma finché c’è vita, si può cambiare.

Un’imprecisione però costa all’autore dieci punti: in un passaggio dice che Hitler era vegetariano e Buddha mangiava la carne che gli veniva offerta, questo per giustificare l’equilibrio in ogni cosa, anche nella scelta dei cibi.
Ebbene. Signori: Hitler non era vegano. Questa è stata una costruzione ad hoc da parte di Goebbels. La cuoca di Hitler ha addirittura scritto un ricettario incentrato sulla cucina per il Fuehrer, ed è pieno di pietanze a base di carne. Dunque, mi dispiace per quelli che se la prendono coi vegetariani portando Hitler come esempio negativo: è un falso storico. Adatto alla gente che si basa su facebook come base culturale.

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Lo zen e l’arte della corsa, Larry Shapiro

Shapiro è un corridore e un insegnante di filosofia americano. In questo saggio parla, più che delle difficoltà fisiche nella corsa, delle difficoltà mentali: dei freni che ci impediscono di iniziare, delle immagini mentali che ci rallentano o ci fanno fermare mentre corriamo, della dukkha (=sofferenza) che ci travolge prima della gara e quando siamo bloccati sul divano per un infortunio…

Il suo approccio è solo apparentemente facile: se può sembrare easy la corsa contando i passi del solo piede sinistro, in realtà il raggiungimento della completa consapevolezza nell’atto di appoggiare il tallone a terra è – almeno per me – molto difficile.
Una cosa è mettersi davanti a una candela e concentrarsi sul respiro; tutt’altra cosa è concentrarsi sul respiro quando… il respiro lo hai perso per strada!

Il libro è comunque piacevole, per chi inizia a correre, anche perché Shapiro non tace sulle sue difficoltà, sui suoi infortuni e sulle rognette che la corsa gli ha causato in famiglia.
Per di più, lungo tutto il saggio ci sono le massime del Buddha; alcune mi erano del tutto nuove.

Non credo in un destino che colpisce le persone comunque agiscano. Ma credo in un destino che li colpisca a meno che non agiscano.

Ci sono solo due errori che si possono fare nel cammino verso la verità: non andare fino in fondo e non iniziare.

Non sarai punito per la tua rabbia. Sarai punito dalla tua rabbia.

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