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Le assaggiatrici (Rosella Postorino) @Feltrinellied

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Romanzo basato sulla vera storia di una delle assaggiatrici del cibo di Hitler, Margot Woelk, che la Postorino purtroppo non ha fatto in tempo a conoscere di persona.

Dieci ragazze tedesche sono precettate per assaggiare le prelibatezze destinate a Hitler; sono anche ben pagate: l’unico inconveniente è che lo fanno perché il cibo potrebbe essere avvelenato.

In tempi di carestia, mangiano piatti ricercati e costosi, poi devono restare sotto l’occhio vigile delle SS, per verificare che tutto sia a posto.

In questo microcosmo, conosciamo le ragazze una per una: Rosa, che ci racconta la sua vicenda, sviluppa simpatie e antipatie immediate. Leni, giovane e ingenua; Elfriede, aggressiva e misteriosa; Heike, che dovrà ricorrere ad un aborto clandestino. E le altre, diversissime tra loro, eppure accomunate dal rischio comune, che non è tuttavia sufficiente a legarle tutte della stessa amicizia.

Quando nella caserma arriva il tenente Ziegler, i livelli di paura e sottomissione salgono alle stelle.

Rosa inizierà una relazione clandestina con lui: lei, che non è nazista e che ha il marito disperso in Russia e che vive con i suoceri dopo essere scappata dai bombardamenti di Berlino.

Bella storia e ben scritta. Mi resta solo la curiosità di sapere cosa è successo a Ziegler. Ma nella vita non tutti i fili si chiudono.

In questo romanzo incombe la morte: si mangia e si potrebbe morire; si fa nascere un bambino e lo si condanna a morire, prima o poi.

4,5 stelle su 5.

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Cleopatra – Joachim Brambach

Sapete perché ogni tanto leggo libri storici? Per ricordarmi che gli esseri umani sono sempre gli stessi, e dunque è inutile arrabbiarsi quando qualcuno cerca di passarti sopra come un TIR.

Sapete perché non leggo libro storici troppo spesso? Perché mi ci arrabbio lo stesso…

Guardiamo i giorni nostri: se i parenti non si avvelenano e strozzano e pugnalano fra loro come facevano i Tolomei, è solo perché non sono Tolomei, e non godono di alte probabilità di farla franca. Molti assassinii non vengono perpetrati solo per paura della punizione, non per remore morali. Per noi è più facile togliere la parola a uno zio per via di un’eredità o rovinare la reputazione di un amico parlandone male alle spalle.

Gli ammazzamenti di figli, genitori, fratelli non sono prerogative dei monarchi orientali: anche noi abbiamo avuto i nostri. E’ stato Ottaviano a uccidere Cesarione, il figlio di Cesare e Cleopatra, e Ottaviano (l’Augusto) era romano. Non parliamo poi dei Borgia…

Cos’altro ci insegna la storia? Che la religione viene sempre sfruttata a fini di potere: Cleopatra e, prima di lei, Alessandro Magno lo avevano capito benissimo: siamo noi, nel 2019, che siamo ancora convinti che la Religione sia Buona e l’ateismo cattivo.

Un’altra lezione dalla storia? Certo: è che non sappiamo quasi niente. Pensate alla relazione tra Cleopatra ed Antonio. Cosa vi viene in mente? Liz Taylor e Richard Burton, immagino. Amore romantico, drammatico, tragico… Bè, dimenticate tutto.

Se c’è uno che ha rischiato di più nel suo rapporto con Cleopatra, è stato Cesare, che ha compiuto alcuni atti sconsiderati durante la relazione. Antonio, invece, era molto meno succube della regina egiziana, sebbene ne fosse affascinato.

Di lei, poi, quando la sua faccia non si sovrappone a quella della Taylor, abbiamo un’immagine da sovrana orientale onnipotente, capricciosa e sanguinaria.

Tutto vero?

Non proprio: la storia la raccontano i vincitori. Gli storici antichi dovevano far passare un’idea del genere, perché Ottaviano l’aveva sfruttata per attaccare Antonio, suo rivale nell’ascesa all’Impero. Antonio era ancora molto amato dal popolo e Ottaviano avrebbe perso in popolarità se lo avesse affrontato di petto: meglio farlo passare come la vittima succube della perfida regina orientale.

Ah: come è morta Cleopatra?

Suicidio con il serpente velenoso, vero?

No, falso.

In realtà, non si sa.

Sì, lo so che l’immagine della donna disperata per l’amante morto fa audience, ma non ci sono prove che lei si sia suicidata con l’aspide.

Dopo la morte di Antonio, lei rimane tredici giorni prigioniera di Ottaviano. Si sapeva che aveva tendenze suicide: una regina di quel calibro non avrebbe accettato di sfilare sulle strade romane in veste di bottino di guerra di Ottaviano. Tuttavia, neanche l’Augusto ci avrebbe guadagnato molto a far sfilare una donna (si dice) annienta e disfatta dal dolore: il popolo ne avrebbe provato pietà, e tutta la pubblicità negativa di Ottaviano sarebbe scoppiata come una bolla di sapone.

Diciamo che Ottaviano Augusto non ha fatto poi molto per evitarne il suicidio (se suicidio c’è stato). Sarebbe bastato metterle qualcuno alle costole a tenerla d’occhio…

Machiavelli non ha inventato niente.

E neanche Berlusconi.

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