Prima di arrivare a parlare del cervello vero e proprio, Piero Angela ci racconta la nascita del mondo. Anche se 90 pagine su 276 sono tantine, la storia è affascinante, soprattutto perché ha fatto piazza pulita di due credenze che sono ancora dure a morire:
- L’evoluzione non è unidirezionale. Ci sono troppi rami morti, involuzioni ed estinzioni, per dire che l’evoluzione mira a uno scopo.
- I dinosauri non si sono estinti dalla sera alla mattina. Ci sono voluti milioni di anni. Sembra anche che alcuni degli ultimi esemplari avessero un cervello molto sviluppato e che stessero per far esperienza del pollice opponibile. Mi viene automatico fare un parallelismo con la specie umana, che non si è ancora estinta, ma che si comporta come se non dovesse estinguersi mai.
Il resto del libro, parlando del cervello, tocca molti argomenti diversi: dagli armamenti (il libro è del 1983), alla menopausa, al rapporto di coppia, alla microelettronica all’intelligenza artificiale, alla timidezza.
Sebbene ognuno di questi argomenti sia in sé interessante, l’averli messi tutti assieme in un testo che doveva essere incentrato sul cervello ha costretto l’autore a una certa velocità: il che va sicuramente a favore della divulgazione, ma che oggi, a quasi quarant’anni di distanza dall’uscita del libro, ce lo fa apparire un po’ all’acqua di rose.