Di solito non mi piacciono i libri ironici, ma stavolta mi sono divertita col romanzo sulle vite dei due scienziati Von Humboldt e Gauss.
Von Humboldt fondò la geografia moderna: di buona famiglia, viaggiò per il mondo, soprattutto nell’allora poco conosciuta America del Sud (siamo alla fine del Settecento), rischiando spesso la vita e trascinandosi dietro un assistente che lo seguì, docile, per anni tra caverne e montagne, vulcani e foreste vergini, veleni, cannibali e allucinazioni.
Humboldt aveva esaminato tutto quanto non avesse piedi e paura a sufficienza per scappare davanti a lui.
Gauss, invece, era di famiglia più modesta. Odiava spostarsi e viaggiare, adorava la madre e le donne. Era un genio: il suo cervello funzionava decisamente in modo diverso dagli altri, tanto che per lui tutti quanti erano troppo… lenti!
Lui e Von Humboldt non si conobbero da giovani, ma fin da giovani sentirono parlare l’uno dell’altro, fino a incontrarsi a Berlino nel 1828 per un congresso scientifico.
Entrambi erano ossessionati dalle proprie passioni, entrambi misuravano e misuravano tutto ciò che capitava sotto i loro occhi: dall’altezza delle colline al magnetismo, dalla larghezza dei fiumi alla lunghezza… delle rette.
Entrambi, dentro di sé, vedevano il futuro: erano capaci di immaginare qualcosa che ancora non c’era, e, se da un lato si rammaricavano di non poter far parte di quel futuro, dall’altro erano orgogliosi per il contributo che davano alla sua costruzione.
Ed entrambi, alla fine della propria vita restano perplessi dell’immensità del lavoro che ancora c’era da fare.
Le scene più umoristiche sono quelle in cui traspare, per entrambi, la totale indifferenza alle piccole magagne quotidiane che al resto dell’umanità sembrano problemi universali: una nave che fa naufragio, una moglie che partorisce, un Bonaparte che mette a ferro e fuoco l’Europa, un ricevimento a cui partecipano re e duchi, sono, per i due scienziati, elementi irrilevanti, se non, addirittura, seccature che si frappongono tra loro e i loro ragionamenti.
Voto: 3 stelle su 5.