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Schliemann (Emil Ludwig)

Schliemann è diventato universalmente famoso perché ha scoperto Troia, ma dovete sapere che quest’uomo, nato nel 1822 in Germania (Meclenburgo), non era un uomo qualunque (e non faceva neanche l’archeologo di professione).

Figlio di un pastore evangelico, non ha avuto un’infanzia felice, a causa del padre, dedito all’alcool e alle donne. Il ragazzo era sveglio e sarebbe stato un buon alunno, ma il padre lo manda a fare il garzone in un negozio.

Si innamora di una ragazzina, ma il padre di lei non vuole uno spiantato per genero.

Allora Schliemann giura a se stesso che riuscirà a emergere, a fare i soldi e a tornare per sposare Minna. Impara la partita doppia e cerca di andare negli Stati Uniti a far fortuna, ma una tempesta lo sbalza fuori dalla nave. Sopravvive a stento e finisce in Olanda pieno di lividi e con due denti in meno, ma questa, senza che lui lo capisca subito, è la sua fortuna.

In Olanda Schliemann lavora come segretario di un commerciante, ma è così in gamba che non ci vuole tanto per diventare il braccio destro del padrone.

In questo è aiutato dalla sua prodigiosa memoria e dal fatto che a 24 anni parla e scrive correttamente sette lingue.

Attenzione: la memoria non è un dono del cielo. Schliemann ha sviluppato un metodo di studio delle lingue basato sul mandare a memoria pagine e pagine di libri in lingua straniera.

Sfrutta il poliglottismo per farsi mandare in Russia come rappresentante e ben presto… diventa ricco.

Negli anni diventa miliardario e continua a studiare nuove lingue: greco antico e moderno, inglese, olandese, spagnolo, italiano, russo, polacco, norvegese, sloveno, danese, svedese, persiano, arabo, turco…

Le lingue gli servono per sfruttare ogni minimo accadimento nel mondo: sul giornale legge che c’è stato un incendio nel tal posto? Allora è il momento di acquistare legname per poterlo rivendere dove poi sarà richiesto. Una nave piena di indaco è colata a picco? Inutile aggiungere che investirà nell’acquisto di un’enorme quantità del colorante.

A 42 anni è così ricco che può ritirarsi dal commercio e dedicarsi alla sua più grande passione: Omero e il mondo classico. Conosce a memoria quasi tutta l’Iliade e inizia a far scavi sul suolo greco (che, allora, era sotto il dominio turco).

Non vi dico altro sulla sua vita, ma credo sia interessante sapere qualcosa di più sul suo metodo di studio delle lingue:

Questo metodo semplice consiste nel leggere molto ad alta voce, far brevi traduzioni, prendere una lezione al giorno e scrivere i propri pensieri su temi di interesse personale, per correggerli sotto la direzione del maestro, e poi studiare a memoria per la lezione seguente ciò che si è corretto il giorno prima.

Il figlio del pastore evangelico aveva anche l’abitudine di andare, due volte ogni domenica, alla chiesa anglicana. Perché? Perché le lezioni erano care, e là si poteva apprendere a parlare un buon inglese senza spendere un soldo.

Ogni volta che uscivo di casa portavo con me un libro nel quale studiavo brani a memoria; ogni volta che mi facevano aspettare alla posta, occupavo il mio tempo leggendo. (…) In questo modo imparai a memoria tutto il Vicario di Wakefield e l’Ivanhoe.

Ecco in poche righe condensata la teoria dei compellent e comprehensible input di Stephen Krashen.

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Due biografie: Agatha Christie e Katherine Mansfield

Nate entrambe alla fine dell’Ottocento, la Christie ha superato gli ottanta anni, mentre la Mansfield non è arrivata ai quaranta.

Entrambe con una spasmodica voglia di vita ed esperienze, la prima è riuscita a viaggiare per il mondo e a vivere della sua arte, mentre la Mansfield è sempre rimasta insoddisfatta del suo lavoro e ha viaggiato quasi solo allo scopo di trovare sollievo alla sua malattia.

Tra le due biografie, ho adorato quella della Christie: sapevate che ha sofferto di un disturbo della personalità per un breve periodo?

È stato in seguito alla morte della madre e del tradimento del marito.

Si è ripresa grazie al secondo marito, un archeologo, che lei ha seguito nei suoi viaggi, anche dedicandosi personalmente agli scavi e ai reperti.

La biografia della Mansfield, invece, è meno ricca di esperienze. Un po’ perché, a causa della tubercolosi, lei non ha potuto fare sfogo alla propria vitalità, un po’ perché in questa biografia c’è tanto Citati e poca Mansfield 😭😠

Citati è uno scrittore poco adatto alle biografie, secondo me. Riporta pochissimi fatti, incentra tutto sulle sensazioni e sui dettagli, non riporta dialoghi, dà più importanza a una mela e a un’ombra sul muro che alla malattia della scrittrice.

Finito il libro, della Mansfield so poco più di quello che sapevo prima…

Se cercate un libro bello, vero e interessante, vi consiglio questa biografia di Agatha Christie 😁✔️

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Armi, acciaio e malattie, Jared Diamond @Einaudiedizioni

Le domande attorno a cui Diamond ha costruito questo saggio possono essere del tipo: come mai ci sono paesi ricchi e paesi poveri nel mondo? Dipende dalla razza, dalle effettive differenze biologiche ed intellettuali dei popoli che li abitano o da qualche altra ragione? Perché gli europei hanno invaso e conquistato le Americhe e non viceversa?

Sembrerebbero questioni di poco conto, per chi ha a che fare con bollette, costo della benzina e orari di scuola dei figli. In realtà, il nostro presente è strettamente legato al passato, anche remoto, e i nostri comportamenti contemporanei, senza alcune conoscenze di base, rischiano di essere traviati da visioni simil-razziste.

La teoria di Diamond è che tutto si può far risalire a delle caratteristiche biogeografiche. A ben cercare la causa ultima delle differenze tra i popoli, ci si accorge che l’ambiente è risultato essere l’elemento più importante del progresso. I paesi che, favoriti da climi gentili e conformazioni orografiche accettabili, sono riusciti a sviluppare prima di altri l’agricoltura e l’allegamento di animali, hanno maturato un vantaggio che è risultato essenziale (anche se in alcuni casi è stato smangiucchiato da altri fattori).

Da qui è nata una catena di cause ed effetti che ha portato a surplus alimentari, che hanno causato l’aumento della popolazione e la possibilità di mantenere delle figure dedite ad attività diverse dalla produzione di cibo (produttori di utensili, inventori, scrittori, amministratori…). Le conoscenze acquisite si sono poi espanse nel mondo ma non in modo uniforme: era più facile che si espandessero sull’asse est-ovest, piuttosto che nord-sud, e questo dipendeva direttamente dal posizionamento dei continenti sul planisfero.

Agricoltura ed allevamento dunque sono stati i due sproni principali alla differenziazione dei popoli. E questi due cardini dipendevano dall’ambiente. Proviamo ad esempio ad immaginare gli animali di grossa taglia in Africa: sono addomesticabili? Per definirli addomesticabili bisogna far riferimento a una serie di caratteristiche: abitudini alimentari (non si possono prendere in considerazione gli animali carnivori, perché mangerebbero più calorie di quelle che aiutano a coltivare); tasso di crescita (quanti anni ci vogliono perché un gorilla diventi adulto?), riproducibilità in cattività, carattere, tendenza al panico, struttura sociale… senza animali che aiutino nei lavori dei campi, la produzione totale deve affidarsi alla sola forza umana. Senza contare che gli animali di piccola taglia non danno alcun aiuto in guerra. E che senza una vita a stretto contatto con certi animali, non si sviluppano anticorpi alle malattie contagiose (pensiamo alle stragi causate dal vaiolo tra gli indigeni amerindi).

Ho riassunto in modo blasfemo un processo per il quale Diamond ha impiegato quasi 400 pagina a illustrare…

Le cause remote delle differenze tra i popoli non posso riassumerle nel post di un blog; perfino Diamond ammette quante lacune ci rimangono ancora da chiarire (ad esempio: i giapponesi sono discendenti dei coreani o i coreani sono discendenti dai giapponesi?). Il consiglio che posso dare è di leggere il libro: si scoprono tante cosette interessanti. Ad esempio, perché la scrittura nasce (quando nasce!) o perché si diffonde (quando si diffonde!); come la linguistica può aiutare nel comprendere come si sono spostati i popoli; quanto importanti sono state le immondizie antiche per i paleontologi!

Si capisce anche, però, perché certi istituti politici siano essenziali per il progresso di un paese, anche a livello tecnologico; ad esempio: oggi la Mezzaluna Fertile non è più fertile, ma è solo una questione di cambio climatico o c’è di mezzo un c.d. “suicidio ecologico”? E perché in Cina sono state abbandonate scoperte, come l’orologio e altra tecnologia meccanica?

Non ci dovete fare un esame, su questo testo, ma leggetelo: certe domande è meglio farsele.

 

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