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Il nostro caro Billy – Alice McDermott @Einaudieditore

Grande scrittrice, la McDermott.

Il romanzo inizia nel Bronx con una veglia funebre per Billy, il vecchio caro Billy, di cui tutti parlano un gran bene ma del quale, sottovoce per non farsi sentire dalla vedova Mauve, tutti ricordano il primo amore, Eva, l’Irlandese morta di tubercolosi nella terra natia prima che il loro sogno potesse realizzarsi.

La storia è narrata dalla figlia di Dennis, che è stato il miglior amico (nonché cugino) di Billy. Dennis però è anche il personaggio che ha, per così dire, creato il mito di Billy, perché è lui che ha comunicato all’amico la notizia della morte di Eva, molti, moltissimi anni prima. Ed è l’unico che per tutti quegli anni ha saputo che questa era una bugia: perché Eva non è morta di tubercolosi; no. Eva si è semplicemente tenuta i soldi che Billy le aveva mandato per tornare negli Stati Uniti e li ha utilizzati come acconto per l’acquisto di una stazione di servizio, dove è andata a stare col nuovo marito.

In cosa consiste il “mito” di Billy?  E’ il mito del primo amore, quello che non si scorda mai. Infatti, anche se Billy poi si sposa con Mauve, anche se non nominerà più Eva per il resto della sua vita matrimoniale, tutti sentono che lui è ancora legato a quel sogno; e tutti sanno, anche se non lo dicono, che Billy è diventato un alcolizzato e si è ucciso a forza di bere per colpa di quel sogno.

La bugia di Dennis viene rivelata subito nel primo capitolo, e la narrazione va avanti e indietro lasciandoci capire subito come finisce la storia di Billy; ma la bellezza del romanzo sta nell’alone di fascino che circonda questo protagonista (morto). Tutti vogliono credere in questa magia ambigua, che può darti tutta la forza del mondo, ma che può anche distruggerti se non riesci a imbrigliarla.

Durante la lettura mi è spesso venuto il dubbio: Billy è morto alcolizzato per colpa della bugia di Dennis? Mi sono risposta: no, l’autrice non voleva darci questa interpretazione. Perché le persone come Billy avrebbero trovato un’altra scusa per bere (un alcolizzato trova sempre una scusa per bere); Dennis ha creato un mito perché se avesse rivelato subito a tutti la verità, il loro mondo sarebbe stato un po’ meno bello.

Come mi sembravano tutti soli quella sera, i familiari e gli amici di mio padre: anime solitarie, tutti quanti, nonostante i mariti, i figli, i cugini e gli amici, con tutte le loro speranze, tutto quell’accoppiarsi e generare, quella mania di tenersi in contatto, di non perdersi di vista, tutto così vano alla fine, perché prima o poi tutti quanti erano costretti a rendersi conto che niente di ciò che avevano provato aveva cambiato le cose.

Questa secondo me è il periodo che illumina tutto il senso del romanzo: tutti sperano nell’amore come unico mezzo per dare senso alla vita, quella vita che alla fine tutti devono lasciare.

Consigliato.

 

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