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L’intoccabile – Matteo Renzi la vera storia (Davide Vecchi)

Non mi interesso di politica.
“Brutta e cattiva” mi dicono alcuni, “la politica ti deve interessare!”
Bè, diciamo che mi incuriosisce ogni tanto, ma, a parte leggere qualche libro e andare a votare, ritengo che l’attuale sistema sia intoccabile dal cittadino comune: il voto non fa la differenza, almeno fino a quando al potere ci andrà gente del genere. E non faccio distinzioni tra destra e sinistra, ma tra persone che pensano al bene pubblico e persone che pensano al proprio rendiconto. Renzi rientra, come tutti gli altri, nella seconda categoria.

Le spara grosse perché sa che con gli italiani è una tecnica che funziona. E’ un comunicatore intelligente e un tramaccino, bisogna esserlo, per arrivare dove si trova lui ora. Il resto non conta.
Sono anni che si cura la campagna elettorale con i legami amicali con le persone giuste (leggi: ricchi, industriali, nobili) e con la costituzione di associazioni che si occupano della sua immagine e dei suoi interventi a macchia d’olio. Ha usato la carica di presidente della provincia per arrivare alla carica di sindaco di Firenze, ed ha usato la carica di sindaco di Firenze per arrivare a fare il presidente del consiglio.
Quando era sindaco a Firenze, glielo hanno detto, Pier Luigi Vigna (ex procuratore nazionale antimafia che per un po’ lo ha seguito, rifiutando però compensi) e Fantoni (assessore al bilancio): Matteo, non ci sei, per Firenze, lo abbiamo capito che stai qua solo per arrivare da qualche altra parte; Matteo, stai facendo danni (ma tanto quando i danni verranno fuori, tu sarai già altrove).

Renzi dice una cosa e ne fa un’altra. Dice che non gli piacciono i governi tecnici e le larghe intese, e poi ne fa uno. Dice che ci vuole trasparenza nelle entrate pubbliche e poi, con la scusa della privacy, non dice da chi arrivano centinaia e centinaia di migliaia di euro che gli hanno finanziato la campagna elettorale. Dice che la vecchia politica favoritistica se ne deve andare a casa, e poi piazza tutti i suoi amici a capo di tutte le cariche su cui riesce a mettere becco.
E’ così bravo da farsi pagare dalla provincia la campagna elettorale tramite la Florence, una società pubblicitaria al 100% di proprietà pubblica che si occupa di ogni comunicazione che esce sul suo conto su TV e giornali (altro che libertà di stampa).

Ha l’appoggio di personaggi famosi, v. Benigni, v. Baricco.
Ha instaurato un culto della personalità che gli permette di dar contro al partito da cui è nato e di difendere/parteggiare Berlusconi (notare che il PDL ha nominato Renzi come possibile successore di Berlusconi in un documento scritto che Vecchi riporta nel libro).
Ha intortato tutti con la storia del cambiamento e della rottamazione.
Ma è davvero un uomo così diverso?

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