Who I am/Chi sono

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Classe 1974, italiana, sposata, vivo nel Nordest, nella provincia di Venezia. Sono drogata di libri, cerco di leggerli in tutte le lingue che conosco – italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, un po’ di cinese.

Da lettrice indefessa, ho dato una mano nella redazione delle prime fasi di un paio di opere e ho maturato un buon sesto senso per la musicalità e l’efficacia dei romanzi: ne hai uno nel cassetto e ti serve il parere di un beta lettore? Contattami.

Mi piace anche scrivere.

Ecco alcuni riconoscimenti:

https://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca/2013/03/09/news/caratteri_di_donna_ecco_le_vincitrici_del_concorso-11176749/amp/

Racconto selezionato da Scuola Holden su collana “Scrivere”, De Agostini,

Prima classificata “PREMIO GIOVANNINO GUARESCHI 2011” http://www.giovanninoguareschi.com/premio11.htm

https://www.laprovinciadilecco.it/stories/Homepage/245470_lecco_arte_e_artigianato_i_premi_del_concorso_letterario/

Premio Terme di San Giuliano: Sabato 10 novembre proclamazione dei vincitori

Racconto pubblicato nell’antologia “Donne che raccontano le donne” ed. Teseo, 2012

Racconto pubblicato nell’antologia”Amori molesti”, Davide Zedda ed. 2011

Racconto pubblicato nell’antologia”Obsession”Limina Mentis ed. 2013

Racconto pubblicato nell’antologia”La sostanza delle cose, Giulio Perrone ed. 2012

Attestato segnalazione concorso letterario “I segreti di Pulcinella” 2013

Racconto pubblicato nell’antologia “Lontano dal cuore”, Terre di Mezzo ed.

Racconto pubblicato nell’antologia “Toilet 23”, 80144 ed.

Racconto pubblicato nell’antologia “Bronteana II”, 2013

Racconto 3° classificato concorso letterario “Libera Mente” 2011

Gli amici librosi di tutto il mondo sono sempre benvenuti 📖📚

Follow me on Twitter: @Librini_serena

33 responses to “Who I am/Chi sono

  1. Sono felice di aver scoperto il tuo blog… Tornerò spesso a trovarti 🙂

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  2. Thank you for liking my post. Much appreciated. Stay tuned for a positive thought each morning. Best wishes, Prof. Mitch

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  3. Khaya Ronkainen

    Lovely to meet, Librini. And thank you so much for visiting my blog!

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  4. Rekha

    Hi pleased to know you🌺

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  5. I am jealous you live in Italy. It is my favourite place! Thanks for popping by The Ludic Reader.

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  6. Paulina

    I’m a book addict too :).

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  7. ciao, puoi scriverci una mail, abbiamo perso i tuoi contatti e abbiamo una comunicazione riferita a un tuo racconto. Saluti

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  8. Ciao! Scrivi dei bei articoli! brava!
    spero che anche i miei possano piacerti!
    Mi raccomando tieni duro! io sono nuovo di WordPress e sto cercando in qualche modo di farmi notare, ma è sempre più difficile!

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  9. Alessandro Gianesini

    Blog interessante e oserei dire multimediale!

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  10. Complimenti ma li leggi tutti tutti o ti fai una idea. E poi ne scrivi ?

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  11. bel blog, non capisco però il titolo : parli anche di libroni !

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  12. Lorenzo Carrara

    Buongiorno a lei. Ho letto la sua recensione del mio libro “Perché mio figlio non ha voglia di studiare?” e mi piacerebbe discuterne con lei. Mi sembra che la sua attenzione sia più rivolta alla quantità delle pagine (e al corpo dei caratteri) che alla qualità dei contenuti, ma forse mi sbaglio. O forse la Pedagogia Psicoanalitica non è nelle sue corde… In ogni caso mi interesserebbe un confronto nel merito. Se ne ha voglia. Grazie.

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    • Buongiorno e grazie per essere passato di qui! Volentieri!
      Non sono una psicologa, come credo non siano gran parte degli acquirenti del libro. Contestavo solo il fatto che il titolo lascia un po’ credere di fornire degli aiuti per affrontare il problema della poca voglia di studiare dei figli, ma offre pochi suggerimenti.
      È un titolo che attira l’attenzione ma non offre aiuto concreto.

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      • Lorenzo Carrara

        Gentile signora, grazie della sua rapida risposta. Lei ha ragione sul pubblico potenziale dei miei volumetti: io scrivo per i genitori, che non hanno necessariamente competenze specifiche in ambito educativo, pedagogico, psicologico o psicoanalitico, dunque ho optato per una scrittura chiara, divulgativa, ma anche per un formato breve, che ogni volta si concentri sinteticamente su un tema specifico, condensando quello che a volte altri dicono (“tirandola in lungo”) in centinaia di pagine. Inoltre io tendo ad evitare di dire esattamente ciò che è già stato detto da altri: alcune delle cose che scrivo non le troverà in nessun altro libro. Una annotazione “a latere”: ognuno dei miei volumetti contiene la trascrizione fedele dei testi che costituiscono la parte iniziale dei miei seminari (ogni seminario si trasforma così in un diverso volumetto); la seconda parte di ogni seminario è sempre dedicata al dibattito e alle domande del pubblico, che non ho riportato nella versione stampata. Il mio non è e non vuole essere un “libro di suggerimenti”, perché questi vanno dati “ad hoc”, solo dopo avere accuratamente ponderato i casi specifici. Per dire a un genitore cose che non siano generiche, vaghe e superficiali è necessario studiare il contesto familiare, le dinamiche di relazione tra i suoi membri, i punti di forza e le disfunzionalità nella loro comunicazione, ecc. Il titolo è molto pertinente, dato che il volumetto si concentra sulla spiegazione dei “perché” del fenomeno che prende in considerazione. Quello che lei ha chiamato “introduzione” è una disamina approfondita dei contesti e delle cause che portano un ragazzo o una ragazza a tenersi alla larga dalla conoscenza (almeno da quella mediata dai libri) o ad essere disilluso dall’utilità della formazione scolastica. Se non si capiscono a fondo le cause non si può orientare adeguatamente la propria azione educativa. Vorrei anche segnalarle che la terza parte del volumetto non è affatto una “storia della pedagogia” ma è una spiegazione semplificata del quadro di riferimento teorico della Pedagogia Psicoanalitica del Sé, che dovrebbe servire a collocare concettualmente e a chiarire ulteriormente – sempre in una prospettiva divulgativa – la portata e il contesto di quello che spiego nella prima parte del libretto. Per inciso, io non sono uno psicologo e non mi occupo di psicologia; io sono un educatore, uno psicoanalista e un insegnante, e mi occupo di Pedagogia Psicoanalitica. La psicoanalisi, contrariamente a quello che pensano in molti, non è affatto una branca della psicologia, ma è una famiglia di discipline autonome, concettualmente molto più approfondite degli approcci psicologici attualmente imperanti. Per concludere (almeno per il momento): come ho detto, il mio non è un libro di “consigli” superficiali e a buon mercato. Io vorrei invece stimolare i genitori (ma anche gli insegnanti) a farsi molte più domande a proposito di ciò che osservano nei ragazzi di oggi e anche in merito all’efficacia delle proprie competenze educative. Tenga presente che io non lavoro con i bambini o gli adolescenti, ma con i genitori. John Bowlby diceva “Se una società ha veramente a cuore le sorti dei suoi bambini, deve cominciare con l’occuparsi dei genitori”. Se poi avesse voglia di capire per quale motivo suo figlio non mostra interesse per la lettura, malgrado l’evidente passione della genitrice (e del padre?), possiamo approfondire insieme la cosa, che ha sicuramente una facile spiegazione. Lei dice che non comprende perché suo figlio non segue il suo esempio. Ecco, la questione sta proprio in quello. Io posso aiutarla a comprendere. Se vuole possiamo incontrarci su Skype per una consulenza – a titolo totalmente gratuito – per discutere ciò che può interferire con la voglia di passare il tempo con il naso nei libri da parte di suo figlio. Ogni aspetto del comportamento ha una spiegazione che richiede adeguati strumenti di indagine. Grazie dell’opportunità di confronto. Attendo con piacere un suo gentile riscontro a questa mia. Lorenzo Carrara

            

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      • Grazie Lorenzo per il suo punto di vista. Neanche il mio blog si rivolge a esperti del settore. Mi sarebbe piaciuto confrontare il mio pensiero con altri che hanno letto questo libretto per capire se è stato loro di aiuto, ma non ho trovato altre recensioni.
        I contenuti sono interessanti in sé ma a mio parere il titolo resta fuorviante. Io lo ho comprato su Amazon, dunque non conosco lei e il suo lavoro, ad eccezione di quello che ho visto sulla piattaforma, dunque un titolo così crea aspettative che poi non esaudisce.
        È vero che la spiegazione del contesto pedagogico -psicanalitico non la trovo così esemplificata da altre parti, ma non era quello che mi aspettavo visto il titolo.
        Capisco anche che non volesse ripetere ciò che è scritto in altri libri di altri autori, ma forse si poteva correre il rischio, visto che non tutti i genitori hanno letto tutta la letteratura sull’argomento.
        È ovvio che una disamina del problema specifico è impossibile con un libro, perché bisogna valutare i soggetti implicati, ma ci sono tanti aspetti che sono comuni e non sono stati affrontati.
        Ora purtroppo non ricordo il titolo ma c’è un libro in ambito di ultra-maratona che affronta le differenze tra motivazione intrinseca ed estrinseca che approfondiva molto questo aspetto senza farsi noioso o troppo lungo.
        La ringrazio per la proposta di un colloquio Skype, è gentile, ma sto parlando di mio figlio che ha la media dell’ 8 mentre secondo me potrebbe avere 10, quindi per ora non penso di attivarmi, lo tengo solo sotto osservazione.
        Sono sicura che lei dal vivo riesce a stimolare molto bene genitori e insegnanti sul tema della motivazione, ma il libro non è all’ altezza, sempre secondo me, che sono un’ utente come tanti.

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      • Lorenzo Carrara

        “…sto parlando di mio figlio che ha la media dell’ 8 mentre secondo me potrebbe avere 10, quindi per ora non penso di attivarmi, lo tengo solo sotto osservazione.” Ecco. Se prova a riflettere a fondo su questa sua affermazione, e sulle sue implicazioni, non è escluso che possa intravedere uno dei bandoli della matassa. La mia offerta di un colloquio su Skype resta valida. Quando vuole.

        Un caro saluto Lorenzo Carrara

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      • Grazie, ci penserò.

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      • Lorenzo Carrara

        Un’ultima riflessione: come avrà capito, io non scrivo libri per il “fai da te” educativo. Lascio questa cosa agli psicologi; io sono uno psicoanalista. La realtà attuale è troppo complicata per poter pensare di risolvere il processo educativo leggendo un manualetto di istruzioni (ma nemmeno cento manualetti, nella maggior parte dei casi estremamente superficiali). Come ho detto, il mio lavoro pedagogico non consiste nel fornire soluzioni “pronte all’uso”, buone per tutti, ma al contrario è mirato a cercare di suscitare dubbi e interrogativi in chi legge. Farsi le domande giuste è la cosa fondamentale. Chiedersi il perché delle cose, provare a capire la natura dei problemi è sempre il passo più importante. Le soluzioni – quelle vere, non illusorie – si trovano dopo, con un impegno lungo e continuativo, altamente personalizzato. Nel mio lavoro, spesso seguo per anni una famiglia (dal prenascita in poi), con incontri settimanali. Non sono uno stregone che si può consultare una volta per tornare a casa con un amuleto per una facile soluzione. La vita – lei lo saprà quanto me – è molto, ma molto complessa, e la comprensione di un bambino e delle sue motivazioni non è affatto semplice come potremmo credere. E la distinzione tra motivazione intrinseca ed estrinseca è largamente insufficiente a spiegare alcunché. Se lei avesse potuto seguire uno dei miei seminari online avrebbe avuto modo di farmi obiezioni e domande in modo diretto, permettendomi di interagire con lei più profondamente e puntualmente. I libri non sono, nel mio lavoro, il metodo ideale per affrontare le problematiche che hanno molte cause fittamente interallacciate, ma se servono a suscitare la curiosità (anche con il rischio, a volte, di lasciare un certo disappunto per le aspettative non soddisfatte) io conto di avere comunque “buttato una pietra nello stagno”. Sta ai lettori fare, se lo vogliono, il secondo passo (e anche quelli successivi) e si tratta di passi impegnativi che richiedono tempo, coraggio e fatica. La mia analisi personale ha richiesto nove anni di sudore… Alla prossima. Lorenzo Carrara 

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