Romanzo fuori dal comune, visionario, fiabesco, sensuale, comunque ispirato a una storia vera.
Marrakech. Ahmed è l’ottavo figlio dopo sette sorelle. Vive da uomo, gestisce il patrimonio familiare ed impedisce che l’eredità paterna venga distribuita fra gli zii, si comporta da uomo quando è necessario, addirittura si sposa… ma Ahmed è una donna. E’ nata donna e il padre lo ha tenuto nascosto al mondo.
Ahmed accetta il suo destino per anni; per anni ubbidisce alla volontà paterna. Poi, dopo una crisi che lo/la porterà a ritirarsi dal mondo, uscirà dalla propria camera per ritrovare la sua identità. Finirà in un circo come attrazione ambigua: e per un certo periodo sarà anche felice, finché il mondo non gli farà pagare l’annoso furto di personalità.
La sua storia è raccontata attorno al fuoco da beduini e mercanti, in seguito al ritrovamento del suo manoscritto. Quando il proprietario del manoscritto morirà e il documento sarà dato per disperso, ci penseranno i suoi compagni a completare la storia, ognuno a modo proprio.
Per me, che col francese ci marcio poco, non è stata una lettura facile, perché lo stile è molto poetico, pieno di visioni, sogni ed immagini, e dopo un po’ il ritmo rallenta. E’ comunque un romanzo che fa riflettere sull’imposizione dell’identità da parte della società.
E’ una letteratura che racconta una storia estrema, ma metaforica: un exempla di come i ruoli sociali possono stravolgere le persone.