E’ un romanzo storico incentrato sulla vita della Leonora Fonseca, nobile portoghese trasferitasi a Napoli fin da piccola nella seconda metà del Settecento.

In realtà, Lenor è nobile solo in Portogallo: il padre dovrà sudare per anni prima di ottenere il riconoscimento dei titoli di nobiltà a Napoli, e senza di questi, Lenor e la famiglia vivono senza gli agi dovuti al loro rango. Ovvio che in una situazione del genere, la preoccupazione principale dei genitori è di far sposare la figlia.
Lenor finisce con un militare ricco di famiglia, ma spiantano per colpa dei debiti di gioco: per di più, la tradisce a più riprese senza alcun ritegno. Hanno un figlio, ma muore piccolissimo per colpa dell’aria malsana di Napoli.
Quando Lenor riesce a liberarsi del marito, dopo essersi ripresa dalla morte del figlio, finalmente può dedicarsi alle letture e alla situazione politica. E’ entrata da tempo in un circolo di liberali sostenitori della rivoluzione francese, e da tempo si è fatta riconoscere come poetessa di buon livello.
Lei e i suoi amici sognano di liberarsi del re, dei nobili e dei preti, e di instaurare una repubblica: i loro ideali sono tanto elevati quanto ingenui.
Basta un’occhiata a Napoli, alla vera Napoli dei lazzari e dei lavoranti: nessuno vuole la repubblica, tutti sono contenti dello status quo. Non c’è modo di elevare il livello culturale della popolazione, e gli amici di Lenor non approfondiscono mai la vera questione: è giusto decidere per altri come essere felici? Possono loro, educatori, letterati, studiosi, costringere il popolo a istruirsi e a rinunciare alle proprie abitudini e credenze?
In realtà, Lenor e i suoi amici non capiscono nulla del popolo. Lo hanno incontrato in poche occasioni nelle persone di qualche lazzaro o commerciante, e ogni volta è stato come parlare col muro, ma un muro che può rovinarti addosso in ogni momento.
Gli ideali di uguaglianza, il mito della Francia giacobina, a Napoli sono fumo negli occhi, per il popolo, per il re, per i clericali.
Eppure Lenor e i suoi amici non si arrendono.
Riescono nel loro intento, per un breve periodo, ma quando tutto crollerà, la vendetta sarà inevitabile.
Il romanzo è scritto con uno stile colto inframmezzato da dialetto napoletano, da francese, spagnolo. Abbondano le descrizioni minuziose dell’abbigliamento, del cibo, dei paesaggi.
Dicono che Napoli sia bellissima.
Eppure, ogni volta che leggo libro o vedo film ambientati in questa città, io non riesco a farmela piacere. Troppo violenta, troppi estremi.
Napoli è una città meravigliosa (malgrado le sue contradizioni).
L’ho visitata diverse volte e lo posso dire.
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Devo andarci a vederla di persona, altrimenti non posso considerarmi italiana…
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Libro immenso.. film estratto dal libro ancora più bello. Napoli è una città che ho amato.. e come dice un commento poco sopra piena do contraddizioni. Molti dei suoi ammiratori però dimenticano che Napoli poteva essere anche meno ricca di contraddizioni e ricca di altro ugualmente. E Straino con la Pimental lo fa velatamente capire con questo bel romanzo.
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Io leggo tanto di Napoli e non sono ancora mai riuscita ad andarci…
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Io ho fatto il contrario. Prima l’ho visitata, poi ne ho scritto.. e poi ho iniziato a leggerla e capirla veramente tramite i suoi autori. Prima o poi bisogna visitarla e passarci almeno una settimana, evitando di viverla da turisti… bisogna visitarla con gente del posto. Prima o poi arriverà;-)
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