Rispetto al libro precedente sulla dieta mima-digiuno, questo saggio si incentra di più sull’effetto della dieta mima-digiuno e dei digiuno su vari tipi di cancro (al seno, alla prostata, al sistema nervoso, al colon-retto ecc…).

Il concetto fondamentale che Longo ribadisce a più riprese è che questo approccio alimentare va sempre accompagnato da terapie standard, e che non deve essere assolutamente mai considerato come un’alternativa alla chemioterapia, alla radioterapia o alle altre terapie ordinate dai medici.
L’ho comprato perché i proventi dell’autore vanno a favore della ricerca scientifica nel campo alimentare (un campo che se non si finanzia così, non si finanzia per niente, perché le case farmaceutiche non danno soldi se non possono ottenere un ritorno economico).
Il punto cardine del digiuno e della dieta mima-digiuno è che rendono le cellule tumorali più fragili all’azione delle terapie standard.
Le cellule sane, quando subentra uno stato di digiuno, entrano per così dire in letargo. Le cellule tumorali, invece, non riescono a disattivare il sistema che le costringe a nutrirsi in continuazione: ne consegue che si nutrono di tutto quello che trovano, anche se trovano solo i medicinali delle terapie.
Se un paziente è in terapia, non deve però inventarsi il digiuno e la DMD da solo, deve sempre rivolgersi al personale medico (aperta parentesi: Longo è ottimista, pensa che tutti i medici del SSN se ne intendano… chiusa parentesi)
Ecco, ho imbruttito anni di ricerche scientifiche (chiedo venia al dott. Longo), ma credo di aver reso il concetto di base.