Una signora perduta (Willa Cather) @Adelphiedizioni

A volte le quarte di copertina mi lasciano perplessa. Di questo libro è scritto:

La “signora perduta” che sta al centro di questo romanzo vive nel vecchio West. E’ bellissima, nobile, affascina tutti. La vediamo attraverso gli occhi adoranti di un ragazzo che nulla ama al mondo quanto farle visita. Ma la “signora perduta” cela in sé un’attrazione per qualcosa che sta tra il losco e il sordido, una sorta di perverso desiderio di degradazione.

Io non avrei parlato di un vero e proprio desiderio di degradazione.

La signora Forrester ha un marito che prima per un incidente col cavallo e poi per un colpo apoplettico è praticamente invalido. Lei, sempre affascinante con tutti, inizia una relazione prima con un furbastro che poi alla fine sposa una ragazza ricca, e poi con un avvocato senza scrupoli della peggior risma.

Ebbene, se lei si comporta così non è perché vuole degradarsi, e neanche perché ha smesso di amare il marito, che anzi rispetta e che cura con le migliori intenzioni. Era una donna abituata all’alta società che si ritrova in campagna, spesso isolata a causa degli eventi atmosferici.

Se si abbassa con i due tipastri di cui sopra è perché, nell’ottica vittoriana della Cather, non ha nessuno che la consigli in meglio.

In questo mondo, le donne si prendono e si consigliano. Hanno un ruolo prettamente passivo: devono essere salvate, non possono salvarsi da sole. La Forrester sta attraversando un periodo in cui quelli che le stanno più vicino sono gentaglia, e lei non ha modo di difendersi. Le manca l’uomo giusto che possa aiutarla.

Lungi da me difendere questo ambiente: le donne sembrano esseri senza libero arbitrio. Ma se una persona è un po’ più debole degli altri, alla fine l’opinione comune diventa la sua, e una donna diventa davvero un essere senza possibilità di scelta autonoma.

Al di là della figura della signora Forrester, però, questo libro è anche un inno a un mondo che non c’è più, quello dei pionieri delle ferrovie americane, gente piena di iniziativa (no, non erano donne), che si frequentava nello stesso ambiente, in movimento, attenti l’uno all’altro. Ed è proprio il mondo che sta andando in frantumi: la signora Forrester ne è solo un esempio.

Libro ben scritto, con un approccio ottocentesco da terza persona che passa da un personaggio all’altro con tocchi delicati.

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