Ora che sono in ferie posso permettermi di guardare tutti i film che voglio, ma se volete un consiglio, NON guardate Black Easter…

Le premesse erano carine e mi ero lasciata fuorviare dall’elenco dei premi vinti da questo film indipendente. Ma probabilmente i giudici erano tutti fatti di droghe pesanti.
Un gruppo di giovani geni sta studiando le possibilità di trasferire la materia da un luogo all’altro. Sono pagati da un ricco mediorientale (di paese non meglio identificato) il cui scopo è trasferire armi dagli Stati Uniti al paese di origine per combattere gli infedeli (ma questo i genietti non lo sanno).
Durante gli esperimenti si accorgono che invece del trasferimento di materia hanno inventato il viaggio nel tempo, e il loro capo vuole impossessarsene per tornare ai tempi di Gesù e ucciderlo o farlo sparire in modo che il cristianesimo non si diffonda.
Buoni e cattivi si ritrovano a viaggiare in diversi continuum temporali e a parlare con Gesù in inglese, lingua che non era ancora stata inventata e il cui utilizzo sarebbe un indizio dell’origine divina di Cristo.
C’è il lieto fine, ma…
E’ un film recitato malissimo, coi tempi sono calcolati in modo elementare, ed è punteggiato da effetti speciali anni Ottanta: il suoi unico scopo è trasmettere il messaggio che col perdono si ottiene tutto. Un tipico film confessionale dello stesso livello qualitativo dei film russi dei peggiori anni comunisti, dove si può vedere un tizio che si mette a pensare ad alta voce per far capire cosa ha intenzione di fare.
Il tempo della vita è prezioso: non perdetelo con roba del genere.