Questo è il primo volume di una saga familiare ambientata nel Giappone medievale.

Shigeru è il rampollo degli Otori, una nobile famiglia che regna sul “Regno di mezzo”. Suo padre è il capoclan ma i sudditi lo ritengono un governante poco sicuro e troppo in balia dei due fratelli, che vorrebbero stringere accordi con il vicino clan rivale, i Tohan.
Quando Shigeru raggiunge la maggiore età, prende in mano le redini del comando e si rende subito inviso al rampollo dei Tohan salvandogli la vita: Sadamu infatti era caduto in un burrone e per uscirne era stato necessario farlo spogliare, perché altrimenti non sarebbe passato attraverso i tunnel collegati con la superficie (avete presente gli abiti medievali giapponesi??).
E’ un passaggio poco chiaro per chi ragiona con la mentalità occidentale: ma come, lo salvi e quello ti giura vendetta? Eh sì, perché Shigeru, salvandolo, aveva reso evidente al mondo la sua vulnerabilità, nonché la stupidità che Sadamu aveva dimostrato cadendo ne burrone.
Quando la guerra tra i due clan sopraggiunge, Shigeru, nonostante la sua bravura nel combattimento, ha la peggio a causa del tradimento di una delle famiglie che credeva lo avrebbero sostenuto.
Di solito, davanti a tanta vergogna, un giapponese si toglierebbe la vita, ma Shigeru aveva promesso al padre di continuare a vivere finché avesse conservato la spada del Clan. Continua a vivere, dunque, ma promettendo agli zii e ai Tohan di ritirarsi a vita privata. Ovviamente è tutto un fake, perché Shigeru pensa alla vendetta ogni giorno.
Solo quando troverà il nipote perduto potrà accingersi a raggiungere il suo scopo: uccidere Sadamu.
Come molti romanzi orientali, è pieno di disgrazie. Ad esempio, credendo che sia morto, la sua amata concubina impazzisce: prima ammazza un povero vecchietto e poi si getta nel cratere di un vulcano. Sua moglie, con la quale aveva pochi rapporti, non farà una fine migliore.
E’ una storia lunga, complicata dalla presenza di sette religione (cristiane?) e misteriosi combattenti che sanno rendersi invisibili alla bisogna, e credo che le 750 pagine sarebbero potute essere ridotte di un buon quarto tagliando le parti morte.
Non so se sia stato tradotto in italiano. Il titolo in tedesco è “Die Weite de Himmels”, l’ho tradotto io come “L’ampiezza del cielo”, ma è un titolo che non c’entra nulla con la storia raccontata.
Misteri dei giapponesi e di chi scrive su di essi.
Ciao ho cercato online e la scrittrice è inglese e il libro è una saga.. il titolo originale di questo tradotto in tedesco non c’entra niente con il titolo tedesco:
The series initially consisted of a trilogy: Across the Nightingale Floor (2002), Grass for His Pillow (2003), and Brilliance of the Moon (2004). It was followed in 2006 by a sequel, The Harsh Cry of the Heron, and in 2007 by a prequel, Heaven’s Net is Wide
https://en.wikipedia.org/wiki/Tales_of_the_Otori
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Il brutto vizio di inventarsi i titoli a seconda del paese in cui viene tradotto. Ma neanche il titolo originale dice molto sul contenuto del libro 🤔
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Infatti il tuo resoconto è molto più invitante del titolo che penso faccia riferimento al pavimento del palazzo imperiale di Kyoto detto il pavimento degli usignoli che non si può sfiorare senza fare rumore (serviva a proteggere l’imperatore). Quindi mi fa immaginare una narrazione legata agli ambienti imperiali.
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Ah, può essere allora! Anche nel libro si parla di pavimenti che scricchiolano per evitare assalti dei ninja (non nel palazzo imperiale, ma forse l’usanza si era diffusa tra i sognoritti)!! Grazie!
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