Totò è nato nel 1898. Ha trascorso l’infanzia nel rione Sanità di Napoli, dove ha ricevuto la sua prima scuola di vita.


Bisogna sapere che Totò è nato da padre ignoto: per tutta la vita ha combattuto per ottenere un cognome, e ci è riuscito alla fine facendosi adottare, ormai adulto, dal principe Gagliardi (non si sa se dietro compenso o meno).
Aveva una vera e propria fissazione per l’araldica: leggeva e collezionava libri in materia e spese un patrimonio in processi per attribuirsi il diritto di aggiungere un titolo in più al nome.
Nell’Elenco storico della nobiltà italiana, pubblicato dal Sovrano Militare Ordine di Malta, a pagina 204 troviamo: Focas Flavio Angelo, Ducas Comneno de Curtis di Bisanzio Gagliardi Antonio Giuseppe di Luigi Napoli, Principe conte Palatio, Cavaliere del Sacro Romano Impero, Nobile altezza Imperiale. E’ Totò.
Ma aveva un’altra grande passione, oltre ai titoli nobiliari: le donne.
Ne ebbe moltissime, ma la prima che lo fece davvero star male fu la classica donna fatale, Liliana Castagnola, che era già reduce da storie molto chiacchierate, da tentativi di suicidio e duelli mortali. Accortosi che la donna era molto possessiva e che lo intralciava nella carriera, cercò di allontanarla, e quando lei si suicidò, Totò ne sofferse tantissimo: divenne cupo. Ebbe un vero e proprio tracollo del carattere.
Poi – quando il dolore scemò – convolò a nozze con una ragazzina sedicenne (lui aveva passato i trenta), previo permesso dei suoi genitori (dopo la classica “fuitina”). Con lei ebbe una figlia, che chiamò Liliana, col nome della sua prima vera fiamma (no comment).
Totò era famosissimo per la sua gelosia: arrivava a mettere del borotalco sulla soglia per accertarsi che nessuno uscisse o entrasse di casa quando lui non c’era.
Iniziò la sua carriera con delle scenette nell’ambito delle feste familiari (ricordatevi che siamo a Napoli, le famiglie erano molto allargate), ma fu solo quando arrivò al cinema e si trasferì a Roma che divenne davvero milionario.
Sebbene abbia recitato in quasi un centinaio di film, fu sempre snobbato da critici e giornalisti: le commedie erano considerate come un genere molto minore e questo fu per lui una grande causa di amarezza.
Eppure, il personaggio di Totò non era frutto solo del suo aspetto fisico: lui lavorò davvero duro sulla postura e sui movimenti. Arrivò perfino a storcersi la mascella, a furia di provare certe espressioni. Molti che lo conobbero in privato si meravigliarono che addirittura la voce del principe De Curtis era diversa da quella di Totò.
Io sono cresciuta guardando i suoi film, e mia madre mi parlava sempre di lui come un signore, un nobile, un principe. Non sapeva che i titoli non erano proprio così tutti genuini, perché lui era molto geloso della sua vita privata.
Ecco una biografia che, pure nella sua brevità, ci ricorda quanto un personaggio sia diverso dalla persona che gli ha dato vita.