
Due aprile 2008: una ragazzina di circa 9-10 anni si presenta, da sola, al tribunale di Sana’a, capitale dello Yemen.
Vuole divorziare dal marito trentenne a cui è stata data in sposa tramite un accordo tra lui e suo padre.
L’uomo la picchia, la insulta e le fa fare cose “brutte” che lei si vergogna perfino a raccontare.
Grazie alla dedizione di un’avvocatessa e di altri rappresentanti del tribunale, Nojoud ottiene il divorzio.
Soprattutto, per sua somma gioia, ora può tornare a scuola.
È uno dei troppi casi di spose bambine sparsi per il mondo, spesso in zone a maggioranza musulmana (ma non solo).
Non è un problema prettamente religioso: intervengono anche fattori culturali e politici, ma uno dei colpevoli principali è la povertà (che va a braccetto con l’ignoranza).
È un libro breve, neanche 200 pagine, e scritto con uno stile molto semplice, da ragazzina e in prima persona; ma se avete voglia di rilassarvi… Sceglietevene un altro 😬.
Interessante, senza dubbio, ma da tempo il mio mood non è in vena di leggere testi impegnati come questo, che raccontano storie di soprusi e crudeltà; grazie, comunque! ❤
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Giusto, ogni libro al suo momento
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