Romanzo basato sulla vera storia di una delle assaggiatrici del cibo di Hitler, Margot Woelk, che la Postorino purtroppo non ha fatto in tempo a conoscere di persona.
Dieci ragazze tedesche sono precettate per assaggiare le prelibatezze destinate a Hitler; sono anche ben pagate: l’unico inconveniente è che lo fanno perché il cibo potrebbe essere avvelenato.
In tempi di carestia, mangiano piatti ricercati e costosi, poi devono restare sotto l’occhio vigile delle SS, per verificare che tutto sia a posto.
In questo microcosmo, conosciamo le ragazze una per una: Rosa, che ci racconta la sua vicenda, sviluppa simpatie e antipatie immediate. Leni, giovane e ingenua; Elfriede, aggressiva e misteriosa; Heike, che dovrà ricorrere ad un aborto clandestino. E le altre, diversissime tra loro, eppure accomunate dal rischio comune, che non è tuttavia sufficiente a legarle tutte della stessa amicizia.
Quando nella caserma arriva il tenente Ziegler, i livelli di paura e sottomissione salgono alle stelle.
Rosa inizierà una relazione clandestina con lui: lei, che non è nazista e che ha il marito disperso in Russia e che vive con i suoceri dopo essere scappata dai bombardamenti di Berlino.
Bella storia e ben scritta. Mi resta solo la curiosità di sapere cosa è successo a Ziegler. Ma nella vita non tutti i fili si chiudono.
In questo romanzo incombe la morte: si mangia e si potrebbe morire; si fa nascere un bambino e lo si condanna a morire, prima o poi.
4,5 stelle su 5.