La storia di Alessandro Magno è raccontata, qui, sotto forma di monologo: è lo stesso imperatore che la racconta al paggio Itane. E’ una finzione storica: e l’autore stesso, all’inizio, ci tiene a ricordare che ha scritto un romanzo, non una biografia, e dunque si è permesso delle licenze (ad esempio, per quanto riguarda i nomi geografici, che sono quelli attuali, e non quelli del tempo).
Il libro mi ha ispirato delle riflessioni sulla personalità di Alessandro e, più in generale, sull’uomo.
Alessandro ha preso il posto di suo padre subito dopo che questi è stato assassinato. E’ riuscito a guadagnarsi la fiducia dell’esercito e dei generali e ad allargare i confini del suo regno fin dove mai nessuno era giunto prima (neanche Star Trek).
Solo che, una volta arrivato in India, il suo esercito è demotivato. Hanno ottenuto ricchezze, donne, terre, e davanti a loro c’è solo l’ignoto.
Qualcuno comincia anche a esser stanco delle stragi di popoli innocenti.
Insomma, noto una generalizzata mancanza di… senso. E per un soldato, la motivazione è tutto o quasi.
Alessandro è spinto dal suo Daimon, una sete di gloria che è difficile da descrivere: a volte anche lui si sente schiavo di questa volontà, come se fosse qualcosa di separato da lui. Alla fine del libro, l’autore ci lascia intuire che l’imperatore aspirasse a una vita diversa, ma dopo anni passati tra soldati e cavalli, cos’altro vuoi fare?
Ci poniamo però una domanda: tutta questa sete di gloria, alla fine, paga? Paga l’assassinio degli amici? L’insofferenza dei subordinati? La paura di chi ti sta accanto?
E poi, la riflessione più generale: dai tempi di Alessandro sono cambiate le tecniche militari e le usanze, ma la gente è sempre la stessa! Si vuole di più, sempre di più. Più denaro, più potere, più donne, più attenzione… la gente è sempre la stessa da migliaia di anni: violenta, orgogliosa, bramosa. I ricchi sfruttano i poveri oggi come allora.
Dunque, a cosa sono serviti i vari Gesù, Buddha, Martin Luther King?
A cosa serve conquistare il mondo se non si è felici?
Molto bello il dilemma finale, ma purtroppo non so trovare una risposta… Grazie, Lucia! 😉 Buonanotte 🙂
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