Siamo in Germania, nel 1962.
Il processo Gruhl deve svolgersi in fretta e in sordina. I Gruhl padre e figlio hanno dato fuoco a una jeep americana: niente di grave, nessuno si è fatto male, sembra, ma qualcuno vuole che non venga data rilevanza al fatto.
Perché lo hanno fatto?
C’è stata premeditazione, su questo non c’è dubbio, e i due imputati sono sani di mente, ci sono le perizie. E allora?
Mentre seguiamo il processo, presieduto da un giudice che è al suo ultimo incarico e che è famoso per la benevolenza nei confronti degli imputati in generale (tanto più in questo caso, visto che in provincia tutti si conoscono fin da bambini), vediamo tutti i casi umani che girano attorno ai due Gruhl.
Ne salta fuori un pezzo di storia tedesca: non di gerarchi, non di fuehrer, ma di piccola manovalanza, piccoli artigiani, casalinghe, prostitute, piccola e media borghesia.
Non so come va a finire, ho esercitato il mio diritto di sospendere la lettura (a pag. 102 su 231): la scrittura è troppo ironica. Forse un giorno lo riprenderò, ogni libro ha il suo momento.
Ciao, buongiorno. Credo che questo scrittore abbia uno stile di scrittura un po’ pesante; a me molti anni fa hanno regalato “Il tamburo di latta” (sempre suo), e l’ho iniziato tre volte a distanza di diversi anni l’uno dall’altro, senza mai finirlo. Non so se mai lo riprenderò per rileggerlo… Buona giornata, e buona domenica 🙂
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Meno male che non sono l’unica. Credo che questo valga x molti scrittori tedeschi…😯
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Non ne ho idea, però forse sì. Molti anni fa lessi Thomas Mann; tutti (o quasi, credo) i suoi scritti, e mi piacque molto. Ricordo che conclusi la lettura con il suo “La Montagna Incantata”, e lo trovai semplicemente meraviglioso! Se non l’hai letto, te lo consiglio. 🙂
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Letto, ma ho preferito i Buddenbrock😍
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Ok 😉 Ecco, a distanza di anni ho ancora il dubbio se ho letto o meno questo libro… 🙂
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