Tradotta per la prima volta in italiano, ecco l’autobiografia di un autore molto famoso nella Mittleuropa dell’Ottocento.
Fontane discende da una famiglia di Ugonotti che si stabilisce sul Baltico (Swinemuende, che, dal 1945, è polacca, col nome di Swinoujscie). Il padre di Theodor è farmacista, ma è uno spendaccione, quasi sempre al verde. Arriva a dover vendere la farmacia per pagare i debitori (suo padre in primis), ed è questo il motivo per cui si trasferiscono a Swinemuende: perché dopo un periodo di inattività, nel quale vive grazie ai proventi della vendita, è giunto il momento di rimettersi a fare qualcosa.
Il padre di Theodor è il personaggio meglio descritto: ne risaltano il suo ottimismo, ma anche i suoi lati deboli; il gioco, in primo luogo, e poi l’incapacità di capire e farsi capire dalla moglie, pur amatissima.
Non succede un granché, ma i libro è un quadro nitido e sereno di un’infanzia, di personaggi quasi mitici e di un’epoca.
Le storie ambientate nell’Ottocento sono passate di moda? Non dovrebbero: i moti umani sono sempre gli stessi.
Non conosco il libro, ma mi sembra molto piacevole. E sono d’accordo con te sul fatto che le emozioni non passano mai di moda. Non per neinete io adoro Jane Austen! 🙂
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Sono totalmente d’accordo con la tua chiusa! 🙂
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E ho scoperto che Thomas Mann invidiava la scrittura di Fontane!!
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Io invece invidio la scrittrice di questo splendido libro: https://wwayne.wordpress.com/2014/08/23/la-nostra-ultima-estate/
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