Popol Vuh, antiguas leyendas del quiche, Ermilo Abreu Gomez (a cura di) @colofonlibros

Si tratta di una raccolta di leggende preispaniche. E’ un libro religioso ma, allo stesso tempo, storico (per quanto si possa considerare storico un mito). Sono leggende che gli indigeni del sud est del Messico e del nord del Guatemala ancora raccontano.

Ci sono due linee narrative: quella degli avi (“abuelos“, che si traduce anche come “nonni”) e quella dei maghi.

Mi è piaciuta di più quella dei maghi, dove sono coinvolti due fratelli (dai nomi impronunciabili); belli e forti, destano subito l’invidia dei signori di Xibalbà, che li fanno uccidere con l’inganno. Le loro teste vengono appese ad un albero, ma, essendo di stirpe magica, ad un certo punto le teste scompaiono, perché non se ne faccia scherno. Da quel giorno, l’albero, che sembrava morto, inizia a fiorire come non si è mai visto.

Arriva la ragazza di turno (anche lei dal nome impronunciabile) che vuole andare a vedere questo albero di cui tutti parlano. Il padre è contrario: la curiosità è pericolosa, soprattutto nelle donne (!!!), dice, soprattutto nelle donne giovani che ancora non conoscono le malignità del mondo.

Ma lei disubbidisce e quando arriva all’albero, sente delle voci e le cade della linfa sulla mano. Detto, fatto, è incinta di due gemelli. Si reca allora dalla suocera, la madre dei due gemelli morti, per chiedere riparo, visto che ormai è bandita dalla sua famiglia di origine.

La suocera non si fida di lei e la sottopone ad un paio di prove per permetterle di restare, prove che la giovane supera grazie alla magia.

Quando i due gemelli nascono, diventano subito oggetto di invidia da parte dei fratellastri più vecchi, ma se ne liberano trasformandoli in scimmie.

Tra una traversia e l’altra, i due gemelli torneranno davanti ai signori di Xibalbà, quelli che avevano ucciso i loro padri, e riusciranno a farli fuori grazie alla magia e alla furbizia.

Sono leggende che ci mettono costantemente in guardia contro la vanità e l’orgoglio e non mancano di elementi cruenti (teste mozzate, squartamenti, roghi…). Insomma, una lettura leggera (se non fosse per il mio spagnolo ancora troppo rudimentale, che mi ha costretto a leggere più il dizionario che il libro…).

5 Comments

Filed under book, Libri & C., Scrittori messicani

5 responses to “Popol Vuh, antiguas leyendas del quiche, Ermilo Abreu Gomez (a cura di) @colofonlibros

  1. Luca

    Sembra molto interessante; unico difetto: non conosco lo spagnolo. Neanche a livello primordiale… 🙂 Ad ogni modo, tu sei sempre così brava ad esporre i libri che leggi, che mi fai restare sempre a bocca aperta… quanta saggezza c’è in te! ❤
    Buon pomeriggio 🙂

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  2. Aussie Mazz

    Libro molto bello, che a suo tempo ho apprezzato particolarmente! Grazie per averlo ricordato.

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