Parlare di questo libro è difficile, perché è scritto come una poesia: breve, pieno di immagini e metafore, va letto, non spiegato.
Parla di due personaggi fuori del comune, il RE dei camosci, un animale fiero e straordinario (fin troppo, forse), e il suo cacciatore, un uomo di cui non conosciamo neanche il nome, e che ha già ucciso la madre del Re.
Entrambi hanno scelto di vivere in solitudine ma, per quanto nemici, moriranno quasi insieme, come se fossero l’uno lo scopo di vita dell’altro.
Il romanzo è brevissimo ma intenso, e mi è piaciuto nonostante legga poco volentieri libri ambientati in montagna quando è inverno (mannaggia il freddo!).
Finora non ho mai letto nulla di Erri De Luca… bella recensione, comunque! 😉
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Credo che leggerò qualcos’altro di Erri De Luca, ma più avanti, adesso sono intrippata con la storia del cristianesimo antico…
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Wow, roba tosta… beh, comunque tu ed io ci siamo abituati; io sono alle prese con un saggio sulla Riforma protestante; in questi giorni l’ho un po’ trascurato, ma domani lo riprendo. Buona lettura.
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