Sospendere a p. 139, a più di metà romanzo (in tutto sono 226) è un obbligo morale, se il romanzo fa schifo.
Ho voluto dare un’altra occasione a De Carlo, dopo aver provato con Pura Vita (altro libro senza arte né parte), e ora mi sa che questo autore, per me, finisce in cantina.
Fiodor è un ventunenne figlio di genitori ricchi che non ha né arte né parte né ambizioni né passioni. Viveva negli Stati Uniti, ma, dopo aver causato un incidente stradale, scappa a Milano (dopo una breve visita al padre in Costa Rica) per andare a lavorare nell’azienda del fratellone. Nessun commento, nessun rimorso per la poveraccia a cui è andato addosso senza rimborsarle le spese (visto che non aveva l’assicurazione sull’auto).
Il lavoro per il quale viene assunto rimane vago. Si parla di stilare generici rapporti, di aprire una sede in Liberia, tutto resta fumoso: mi dà l’impressione che l’autore, molto pignolo nella descrizione di altre azioni, non abbia la più pallida idea di cosa si faccia in un ufficio.
Si innamora a prima vista di una ragazza misteriosa che non si fa inquadrare e sparisce di continuo senza dare spiegazioni.
Gli sparano addosso.
Fa un altro incidente stradale dopo esser scappato da un tizio che in realtà gli era stato messo alle calcagna dal fratello come guardia del corpo.
Mi son fermata qui perché la noia mi ha sopraffatto.
Ci sono tante azioni, in questo romanzo: tutte superflue. Si spostano oggetti, si cammina, si guarda, si fuma, si muovono i piedi, si mangiano cibi, si beve latte. Tutto descritto nei minimi dettagli ma senza necessità. Ti dà l’impressione che l’autore volesse solo allungare il romanzo.
Incontriamo tre ragazze, fino a dove son arrivata io. E tutte e tre ci provano con Fiodor (due ci vanno a letto) dopo pochi minuti di conversazione. Mentalità da uomo poco profondo che crede che le donne siano tutte là ad aspettare un qualsiasi esemplare del sesso maschile.
Come dicevo, le descrizioni si sprecano, soprattutto per le donne. Ma quando si arriva a leggere di Lynn, la figlia di cinque anni di Sue (una di quelle che finirà a letto con Fiodor), bè, lei resta senza volto. Si sa che scalcia, che piange, che giocherella, ma resta un animaletto rompiballe, una figura di disturbo. Come se l’autore non avesse mai avuto a che fare con una bambina (il che può essere, ma se vuoi fare lo scrittore, devi entrare nella situazione, porti delle domande, devi farmi vedere).
Arriviamo a Fiodor. Personaggio vuoto. Senza prese di posizione morale. Senza passioni (esclusa Malaidina). Non sente niente nei confronti del padre; si infastidisce col fratello senza darlo a vedere perché comunque gli torna comodo così; va a letto con la moglie di Bob senza porsi il problema di Bob; va a trovare il fratello di Malaidina per semplice noia o solo per sapere dove trovare sua sorella; causa un incidente e non si dispiace minimamente per la donna coinvolta, notando solo che è grassa e muove il collo… ecc…
Si scalda solo quando entra in scena Malaidina, questa evanescente ragazza di cui non sa assolutamente nulla, ma che è molto bella e con la quale ha fatto sesso una volta. Tutto resta molto superficiale. Indifferente.
Come fai ad appassionarti a un personaggio del genere?
Noia, noia, noia.
Sono d’accordo: questo libro e’ davvero brutto, De Carlo e’ strano, in passato ha scritto vere e proprie perle come ‘Due di Due’, ‘Di Noi Tre’, ‘Tecniche di seduzione’ e ‘Arcodamore’. Da ‘Uto’ in poi e’ stata una discesa inesorabile nella ripetizone di uno schema narrarito di successo. De Carlo scrve bene, a gli ultimi libri sono un esercizio stilistico piu’ che romanzi… Qui ci sono le mie riflessioni su ‘Cuore Primitivo’ … 🙂
LikeLiked by 1 person
Oh grazie, arcodamore c’è l’ho, lo proverò, ma più avanti, ora sono troppo disgustata.
LikeLiked by 1 person